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Endurance, muore un cavallo: vogliamo chiarezza (e giustizia)

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Ultimo aggiornamento

domenica 01 settembre 2013

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Chiediamo alla Procura della Repubblica competente il massimo impegno per stabilire le cause che avrebbero provocato la morte del cavallo Django De Vere, reduce dall'Endurance LifeStyle Sardegna, disputata ad Arborea (Oristano) il 31 agosto scorso.

La notizia del decesso è stata riportata da un’agenzia di stampa, secondo la quale l’animale sarebbe morto durante la scorsa notte nella clinica veterinaria dove era stato portato d’urgenza ieri.

Chiediamo che venga effettuata l’autopsia dell’animale e che venga accertata l’eventuale somministrazione di sostanze dopanti o farmaci non autorizzati, e valuteremo con il nostro Ufficio legale le eventuali azioni legali da intraprendere.

Il cavallo, per il quale il proprietario avrebbe negato l’autorizzazione all’autopsia, aveva disputato una gara di endurance, una gara di resistenza che prevede percorsi anche di decine di chilometri e che sottopone l’animale a un notevole sforzo fisico.

Il cavallo non ha scelto di fare sport ma è l’uomo che lo ha costretto a diventare un atleta. In questo semplicissimo concetto si nasconde l’amara realtà dello sfruttamento a cui vengono sottoposti i cavalli utilizzati nelle varie discipline equestri. I cavalli devono imparare, con addestramenti duri e coercitivi, ad eseguire esercizi e prove che per loro non hanno alcun senso, ma che sono invece fonte di forte stress psico-fisico che li logora lentamente e li espone a molti rischi.

Per questo promuoviamo con decisione la nascita di un nuovo rapporto tra uomo e cavallo basato sul rispetto e sull’ amicizia e auspica che sempre più persone si avvicinino a questi animali per godere della loro meravigliosa compagnia, rendendoli così fiduciosi e soprattutto “felici”.