Il Mediterraneo ha il più alto tasso di sovrasfruttamento al mondo.
L'11 dicembre in tutto il Mediterraneo diverse imbarcazioni hanno azionato le sirene in segno di protesta contro le nuove misure imposte dalla Commissione europea per quello che il comparto pesca ritiene un attacco al settore .
In realtà, a ben vedere, l'indirizzo della Commissione europea non consiste in un attacco al settore,né nel colpevolizzare e colpire una categoria, quella dei pescatori, piuttosto che un'altra, ma si tratta di strutturare misure impellenti e necessarie per tutelare il mare e il depauperamento di animali acquatici, ormai da troppo tempo sovrapescati e sfruttati per rispondere alla crescente domanda di prodotti ittici.
La riduzione dello sforzo di pesca prevista dalle nuove misure europee consiste nel -64% per lo strascico e -25% per i palangari. Sono introdotti poi limiti alle catture di gamberi, piccoli pelagici e nuove restrizioni per i gamberi di profondità nello Stretto di Sicilia e nello Ionio. La Commissione punta anche alla tutela degli stock più vulnerabili, con particolare attenzione alle popolazioni di scampo in Catalogna e Sardegna.
Nel Mediterraneo occidentale, la proposta vede ridotte le giornate di pesca e regole più severe per le specie di maggior valore commerciale, come gamberi e nasello. Nell'Adriatico si contengono le possibilità di prelievo di alici e sardine e viene imposto un ulteriore taglio dello sforzo di pesca a strascico (-12,9%). Infine, nello Stretto di Sicilia vengono stabiliti calendari ristretti per le uscite in mare e quote limitate per i gamberi, e nello Ionio è prevista un'ulteriore riduzione delle catture.
In sintesi, la tendenza generale della proposta è verso la riduzione delle possibilità di pesca per garantire la salute a lungo termine degli stock ittici, con alcune eccezioni, come per il tonno le cui quote sono, invece, purtroppo, aumentate
In ogni caso il Consiglio dell'UE discute l'11 e il 12 dicembre la proposta per raggiungere un accordo politico ed è fondamentale che non vi siano passi indietro sui limiti alla pesca e sulla riduzione per le quote delle diverse specie.
Il Mar Mediterraneo è infatti uno degli ecosistemi marini più ricchi di biodiversità a livello globale, ma è anche tra quelli sottoposti alla maggiore pressione da parte della pesca. L'Italia, ha una delle flotte pescherecce più ampie della regione, con conseguenze particolarmente impattanti su animali e habitat marini. Il problema principale nel Mediterraneo è infatti l'eccessiva pressione della pesca, che ha portato la regione ad avere il più alto tasso di sovrasfruttamento al mondo, con conseguenze significative sulla salute delle creature marine e dell'ecosistema tutto: troppi pesci vengono pescati, più velocemente di quanto possano riprodursi.
Il Ministro Lollobrigida è nel tempo più volte intervenuto a difesa della pesca mediterranea per assicurare continuità alle imprese del settore, ponendo quindi ancora una volta l'accento su una sostenibilità esclusivamente economica.
È importante ribadire che ciascuno di noi può fare la differenza, scegliendo un'alimentazione a base vegetale, per porre fine alla tortura di tutti quegli animali acquatici uccisi a miliardi ogni anno, più di qualsiasi altra specie terrestre macellata per produrre cibo.Le loro urla si vedono e per loro parleremo noi!