Un’altra dimostrazione di come una scienza human-based sia l’unica sicura per tutti.
Una nuova speranza per bambini oncologici arriva dall’Istituto di Ricerca Pediatrica “Città della Speranza”, in sinergia con il Dipartimento Salute Donna e Bambino dell’Università di Padova, dove un gruppo di ricercatori lavora con organoidi ricavati da polmoni, intestino, sistema nervoso, cuore e muscoli,
Il team sta anche sviluppando ‘organoidi su chip’, una tecnologia di bioingegneria che integra queste strutture con sistemi di microcircolazione che simulano il flusso sanguigno.
GLI ORGANOIDI
Gli organoidi - miniature tridimensionali di un organo, create a partire da cellule - riproducono in parte la struttura e le funzioni dell’organo reale. Essi permettono di osservare come si sviluppa e cresce una malattia in
laboratorio testando un farmaco su misura in modo da prevederne l’efficacia
persino sul singolo paziento. In ambito pediatrico, questo
può essere fatto partendo dalle cellule tumorali da linfoma e neoplasie del
bambino, creando dei mini-tumori su cui investigare e prevedere gli effetti di
una potenziale cura.
Non è la fine della vivisezione, ma esempi come questo dimostrano che “il superamento dell’uso degli animali è ormai alla portata di mano” come afferma lo stesso direttore scientifico dell’istituto.
IL BAMBINO NON È UN PICCOLO ADULTO
Una realtà italiana
che per molti bambini malati potrebbe significare una speranza, anche alla luce
del fatto che attualmente i farmaci nella fase gestazionale e quelli pediatrici
hanno enormi limiti nei test di sicurezza. Persino l’AIFA ha realizzato una campagna in
cui evidenziava come sia pericoloso immettere sul mercato molecole dimezzandone
semplicemente la dose, perché un bambino non è un piccolo adulto viste le
molteplici differenze, tra cui la permeabilità alle sostanze tossiche.