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L'Assemblea degli animali: Gianluca Felicetti intervista Filelfo

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Ultimo aggiornamento

domenica 06 giugno 2021

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L’Assemblea degli animali” è una favola contemporanea e selvaggia. Pubblicato da Einaudi Stile Libero, è un libro non solo bello ma anche indispensabile in questo periodo dominato dall’emergenza Covid, perché offre molti spunti di riflessione sul Mondo che rischia la distruzione.
Proprio il titolo del libro, ha ispirato il titolo dell'evento di sabato 12 giugno del Congresso LAV, durante il quale gli attori Daniela Poggi e Massimo Wertmuller leggeranno alcuni brani del libro e apriranno la giornata a un dibattito proprio sul tema della Pandemia. 
Gianluca Felicetti, presidente LAV, ha intervistato l'autore, Filelfo

 

E’ un libro di speranza, fin dalla dedica ad “Ash, il primo koala nato dopo il Grande Incendio australiano, il 26 maggio 2020, dalle ceneri di milioni di animali”. Che cosa dovremmo fare per rendere concreta questa speranza?

Da quel nefasto presagio è passato poco più di un anno, ma è come se fossimo passati in un nuovo evo. La pandemia ha modificato radicalmente il nostro stile di vita, la nostra economia e, credo, la nostra percezione del mondo. Nei mesi in cui abbiamo visto la natura riprendere i suoi spazi, l’erba che cresceva nelle città, gli animali che da anni non si riproducevano con una tale intensità, il livello di inquinamento di cieli e acque che precipitava, abbiamo sicuramente imparato qualcosa: se lasciamo che la Terra respiri, se le diamo tregua, è in grado di riparare in fretta i danni che le infliggiamo. La speranza è che a questa presa di coscienza seguano i comportamenti: chi ha sentito l’empatia verso la natura e gli animali e la loro rinnovata bellezza, la gioia del ritorno delle lucciole – per usare un’immagine che ha una sua eco letteraria e politica – non dovrebbe riprendere ad accettare le cose come prima. 

 

I “nuovi giusti sono ovunque” scrivi “confusi tra la gente comune” e “a ricostruire umilmente, finché dura la terra, una nuova Arca”. Ci sarà quindi il diluvio universale? E’ già in corso e non ce ne siamo resi conto?

Uno scritto sapienziale come la Bibbia da cui l’espressione “finché dura la terra” è ripresa, ma più in generale la letteratura, può essere letto in senso metaforico o letterale, oppure entrambe le cose contemporaneamente. A livello di psicologia del profondo la nuova Arca già c’è, è nella nostra psiche dove le figure animali e naturali sono da sempre presenti nei sogni, nelle fantasie, in certe intuizioni istintive. E oggi più che mai queste immagini ancestrali hanno una risonanza nello stato di veglia. Questa è la premessa filosofica per salvarci dal diluvio che, fuori dalla metafora, sicuramente è in corso da anni, vista la situazione disastrosa del nostro Pianeta.

 

Qual è “il male molto più antico” da cui gli altri animali dovranno prima salvare gli umani?

Nell’antica filosofia dei greci e in quelle orientali sue contemporanee, come buddhismo o jainismo, la tara dell’uomo coincide con la mancata consapevolezza del suo essere parte del ciclo di nascita e morte. La guarigione passa per la cura della dimenticanza: aver dimenticato la nostra condizione esistenziale e il nostro legame con l’anima del mondo è la grande malattia psichica da cui derivano le altre, comprese quelle fisiche.

 

Una fiaba, una “favola selvaggia”. Così viene presentata “L’Assemblea degli animali”. E perchè gli adulti afflitti “dal male più antico” dovrebbero cambiare visto che considerano le fiabe “cose per bambini”?

Non c’è distinzione tra lettori adulti e bambini quando si parla di fiabe. Pinocchio, forse la nostra favola più bella, è nello stesso tempo la storia di un burattino che lotta, sbaglia e soffre per diventare un bambino, la storia di un percorso iniziatico verso l’illuminazione, ripresa da un antico testo greco, e uno scrigno di simboli e immagini tessuti in una lingua letteraria tanto sublime quanto accessibile ai lettori di ogni età e maturità.

 

Nell’Assemblea, gli altri animali descrivono tutte, nessuna esclusa, le forme di oppressione nei loro confronti realizzate dagli umani. Dalla “schiavitù degli allevamenti intensivi ai laboratori dove si viene sottoposti agli esperimenti più atroci”. Dovendone scegliere una, qual è quella che ritieni la prima che andrebbe cancellata?

Domanda difficile: quando attraversa le bolge infernali, Dante prova compassione continua, prova pietà nonostante le colpe dei condannati. Nel caso degli animali e degli inferni in cui spesso li condanniamo, non hanno nessuna colpa se non quella di essere considerati gli ultimi della Terra. Non avendo parola né potendosi ribellare vengono oppressi. Domandare da dove cominciare è chiedersi dove comincia l’oppressione. Di solito comincia con la mancanza di “compassione”, che in greco è, etimologicamente, sympatheia, capacità di immedesimazione in un destino comune, quello degli esseri viventi che sono tutti condannati alla morte. 

 

Gli altri animali a un certo punto del libro, elencano le azioni che avrebbero potuto realizzare per spodestare gli umani dal controllo del Mondo, e che non hanno realizzato. Perchè “la specie umana non doveva perire, ma imparare da una lunga pena”. La pena planetaria del Covid 19 sta insegnando qualcosa? Vedi dei cambiamenti?

La seconda parte di quella citazione, tratta dal libro di Giona, dice “ma se con voce struggente canteranno e impareranno dalla sventura, che si salvino”. Ricordi quando a un certo punto durante il primo lockdown cantavamo dai balconi? Cantavamo come uccelli in gabbia. Il canto degli uccelli, il richiamo per riprodursi, è un canto d’amore. Se un giorno riuscissimo a tradurlo scopriremmo parole bellissime dedicate al cielo, all’aria, alla luce. Ricordi le prediche di Francesco agli uccelli? Questo volevano dire: cantare l’amore. Credo che abbiamo imparato molto in questi lunghi mesi, speriamo che il nostro canto non sia soffocato dall’incerto futuro economico che ci attende.

 

Da molto prima della grande quarantena, le anime degli uomini erano malate”. “Ora l’epidemia, la morte, lo svuotarsi del Mondo che li circondava avevano fatto risorgere la memoria dell’Arca che era in loro”, “Trasformando la propria umanità indicavano una via per la trasformazione dell’umanità. Erano loro i giusti”. Chi sono oggi “i giusti”?

Secondo la tradizione ebraica il mondo è retto da un piccolo numero di giusti che, pur inconsapevoli di esserlo, con il loro comportamento partecipano del disegno del cosmo. La poesia di Borges a loro dedicata e che viene citata nel libro dice a un certo punto: giusto è chi accarezza un animale addormentato. Credo che i tuoi lettori sappiano benissimo di che cosa stiamo parlando: quanti hanno la predisposizione o hanno imparato a sentire quello che si prova in quel momento e avvertono la connessione con gli esseri non solo umani sono i nuovi giusti. Nel libro vengono chiamati animandri, cioè ibridi umani-animali.

 

Chi sono gli “animandri” di cui scrivi nel libro, gli “ibridi” i “filelfi” appunto. MoMo, coprotagonista nelle tue pagine assieme alla gatta bianca, chi sono? Non è che vogliono salvare gli umani perché sono fra quelli che vivono più vicino a noi?

Nel libro alcuni esseri umani subiscono delle metamorfosi diventando chi sirena, chi centauro, chi volpe o insetto. La vera trasformazione però è psichica: fare in modo che nella propria psiche arretri la parte individuale e cieca ad altro che non sia l’infinita rincorsa a beni, cose e ambizioni destinate a darci piaceri momentanei e fare avanzare la parte simpatetica, empatica, animale, naturale che ci connette all’anima del mondo di cui parlavano i neoplatonici. E’ una grande fatica, comporta sacrifici e sofferenza e grande discernimento perché, come diceva Eraclito, la natura ama nascondersi. Dobbiamo andarla a cercare. Il cane e il gatto, fedeli alleati dell’umanità da millenni, sono i nostri primi animali-guida in questa ricerca.

 

Filelfo ha mai firmato una nostra petizione? Ha mai sostenuto una nostra iniziativa?

Mi dispiace ma, anche se in questo caso sono molto tentato di rispondere, non posso dirti nulla che riguardi la mia biografia.

 

Qual è il tema che dovremmo rendere centrale nelle nostre azioni come associazione animalista? E quale abbiamo colpevolmente trascurato fino a oggi?

Non mi permetterei mai di dare consigli, il compito di uno scrittore è raccontare.

 

Filelfo è una fiaba: c’è un’età per prendersi cura degli animali e della Terra?

C’è un’età per innamorarsi? Quante volte si sbaglia? Quante volte si impara? C’è un tempo per tutto, dice l’Ecclesiaste. Vuol dire che il tempo non ha fretta e l’attimo è sempre presente, anche ora. E ora. E ora. Basta coglierlo.

 

Rispettare animali e ambiente è cultura: ma questi temi sono ancora troppo marginali nelle scuole...

Non sono d’accordo e non solo per il fatto che, perdona il piccolo cedimento alla vanità, L’assemblea degli animali è stato adottato in molte scuole, ma perché la generazione dei ragazzi dei Fridays for future si è formata nelle scuole. Tutti i ragazzi hanno visto, per citare solo un esempio, Una scomoda verità, il documentario di Al Gore divenuto un classico, e tutti hanno grande consapevolezza del problema del Pianeta. Uno degli effetti più devastanti della pandemia è stato disperdere, almeno per il momento, questa loro grande partecipazione al dibattito sul clima.

 

Cosa avremo imparato dalla Pandemia, la catastrofe che da un anno ha messo in ginocchio il Mondo?

Si parla spesso in questi tempi del bisogno di un nuovo umanesimo dimenticando però le premesse di quello originario. Umanesimo non significa mettere l’uomo al centro dell’universo come se fosse il padrone del cielo e della terra, ma renderlo armonico con il resto del Mondo, che siano altri uomini, animali, piante, cristalli. Per questo alla parola umanesimo preferisco animalesimo, perché contiene la parola anima, senza distinzioni, poiché l’anima è di tutti e il copyright è detenuto, da sempre e fino a prova contraria, dalla parola animali.

 

Riccardo Mannelli ha realizzato i disegni che illustrano il tuo libro. Mannelli ha collaborato con LAV per anni illustrando i nostri calendari negli anni ‘90. Esiste il caso?

Certo che esiste. E si diverte a giocare a dadi. E ogni tanto li trucca per far vincere una mano anche a noi.