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Fermato con 320 uccelli in auto (Bs), rischia la licenza di caccia per 10 anni

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Ultimo aggiornamento

giovedì 26 settembre 2019

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A giugno scorso un uomo, che a bordo della sua vettura nel bresciano (Rezzato, Brescia) nascondeva alcuni scatoloni con dentro ben 320 uccelli appena sottratti ai nidi tra tordi e cesene, viene individuato da una pattuglia dei Carabinieri forestali. La detenzione di quegli animali comporta il reato di furto venatorio, per cui scatta l’arresto immediato dell’individuo che si vede anche sequestrare gli uccelli, evidentemente destinati al mercato illegale, venduti come richiami per i cacciatori che li usano per attrarre i loro consimili a portata di fucile.

Alla prima udienza del procedimento emerge però che il bracconiere fermato dai Carabinieri, è un cacciatore dotato di regolare licenza, per cui il suo difensore richiede di poter accedere all’oblazione, una procedura che garantisce la cancellazione del reato a fronte del pagamento di una semplice sanzione pecuniaria pari a 517€.

Sarebbe stato uno schiaffo alle norme poste a tutela degli animali selvatici e soprattutto l’evidenza che per i cacciatori lucrare sugli uccelli rubati dai loro nidi, comporta rischi estremamente limitati se si pensa che ognuno di quelli sequestrati poteva rendere fino a 100-150 euro.

Fortunatamente siamo intervenuti nel procedimento giudiziario con il nostro avvocato Vittorio Arena del foro di Brescia e ora, dopo l’udienza tenutasi questa mattina presso il Tribunale di Brescia, il cacciatore si trova a essere imputato del reato di uccellagione, per il quale rischia di non poter più richiedere la licenza di caccia per i prossimi dieci anni.

Si tratta di un importante risultato giudiziario e chiediamo che il Tribunale di Brescia applichi il massimo della pena per questi gravi reati contro la fauna selvatica. Sentiamo troppo spesso affermare che i cacciatori non hanno nulla a che vedere con i bracconieri, ma evidenze come questa secondo noi confermano in modo inequivocabile che per combattere efficacemente il bracconaggio, con il suo impatto non solo sugli animali selvatici ma anche sui delicati equilibri ambientali, come prima cosa è necessario abolire la caccia.

Ringraziamo l’Arma dei Carabinieri di Brescia che con il loro intervento hanno smantellato questo ignobile commercio di piccoli uccelli strappati ai loro genitori, prendendosi anche cura degli animali che sono stati consegnati a un centro di recupero fauna selvatica, dal quale potranno essere liberati nella prossima primavera.