I canali del traffico di stupefacenti si intrecciano spesso con quelli del commercio di animali vivi, di animali morti o parti di essi, destinati al consumo umano, o quelli del traffico di specie protette.
Ieri, nel corso dell'esecuzione di un'ordinanza di custodia cautelare nell'ambito dell'operazione che ha smantellato una rete dedita al traffico di sostanze stupefacenti, i Carabinieri di Foggia hanno trovato un lupo tenuto in cattività da uno degli arrestati. L'uomo, destinatario di ordinanza cautelare, è stato rintracciato in una zona rurale. I Carabinieri forestali del Nipaaf e del Raggruppamento Carabinieri Cites, unitamente ai medici veterinari dell'Asl di Foggia, hanno verificato le condizioni dell'animale che, ovviamente, è stato sequestrato.
I canali del traffico di stupefacenti si intrecciano spesso con quelli del commercio di animali vivi, di animali morti o parti di essi, destinati al consumo umano, o quelli del traffico di specie protette. Come pure la mania, particolarmente forte qualche decennio fa, di boss e affini di circondarsi di animali esotici.
In Puglia non è certo la prima volta che capitano casi simili: “Sempre in tema di animali esotici, va segnalata la moda diffusa tra i componenti della Sacra Corona Unita in Puglia di possedere felini (leoni, pantere, ecc.)”, riporta l'edizione del 2001 del Rapporto Zoomafia LAV.
Più recentemente la DIA (Direzione Investigativa Antimafia), nella relazione del secondo semestre 2011, segnala la confisca di una tigre, insieme ad altri beni, a danno di un reggente della sacra corona unita. «Proprio per la tigre, tenuta da ben sedici anni in una delle masserie appartenute, l'uomo negli ambienti criminali veniva chiamato con il soprannome di “Lucio della tigre”» (Rapporto Zoomafia 2012).
Perché i boss amano i leoni? Perché i camorristi avevano le tigri? Cosa rappresentano questi animali nel loro immaginario?
Si tratta di simboli di potere, sono stendardi che sostituiscono quelle che una volta erano le insegne araldiche. Adesso questo fenomeno è diminuito perché è cambiata la mafia, perché è cambiato l'atteggiamento della criminalità organizzata, ma non è stato debellato.
Gli animali sono blasoni animati, simboli viventi, portatori allegorici di potere, di forza, bellezza; tutte prerogative che questa gente non ha.
Gli animali feroci sono i loro biglietti da visita, la rappresentazione del loro ego. Questa non è una cosa recente. Se andiamo a vedere come erano raffigurati i camorristi napoletani nelle stampe di fine Ottocento, si trovano raffigurazioni di uomini eleganti, in pose smargiasse, accompagnati da un cane da presa. Il messaggio era chiaro, come se il cane dicesse: “io rappresento il mio padrone”. La mafia si nutre anche di queste cose.
Vi è un fortissimo valore simbolico nel tenere un cavallo da corsa che vince le gare clandestine; è sì un ritorno economico certo, ma soprattutto è un simbolo portatore di forza, bellezza e gloria. Questi figuri si nutrono della bellezza della vittoria. E non è un caso che, secondo alcune interpretazioni, il termine mafia era sinonimo di bellezza, grandiosità, sicurezza, spavalderia e baldezza.
Se non si capiscono queste valenze antropologiche e culturali, difficilmente riusciamo ad individuare quelle tecniche finalizzate a scardinare questo sistema.
Bisogna scardinare una cultura e questo lo si può fare soltanto con l'affermazione di una cultura della legalità in tutti gli ambiti.
Sono quasi trent'anni, ormai, che l'Osservatorio Nazionale Zoomafia LAV analizza, cataloga e studia questi casi, una raccolta di dati davvero “stupefacente”.
Ciro Troiano - Criminologo, Responsabile Osservatorio Zoomafia LAV