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Cacciatore ucciso da fucile, non da cinghiale.Clima di terrore contro animali

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 09 settembre 2015

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La notizia secondo la quale un cacciatore sarebbe morto perché attaccato da un cinghiale in provincia di Frosinone, era stata subito presa a pretesto dall’ANCI, l'Associazione dei comuni italiani, per gettare ancora benzina sul fuoco della presunta pericolosità degli animali selvatici e dei cinghiali in particolare.

Peccato però che poco dopo che l’ANCI (a firma del Sindaco di Siena, Valentini e del Sindaco di Pavia, De Paoli) lanciava il suo attacco contro i cinghiali con tanto di richiesta di incontro al Governo, veniva chiarito che il cacciatore era morto a causa di un proiettile di fucile da caccia, non si sa ancora se esploso da lui stesso oppure da un collega, peraltro in un periodo in cui la caccia è ancora chiusa. 

Lo scivolone dell’ANCI è emblematico del clima di terrorismo che alcune istituzioni stanno creando attorno alla questione dei cinghiali ed ai presunti danni da questi provocati commenta Massimo Vitturi, responsabile animali selvatici della LAV non è accettabile che decine di migliaia di animali siano massacrati per motivi inesistenti, quale l’ipotetica uccisione del cacciatore. La gestione delle popolazioni di animali selvatici è una cosa seria che non può essere lasciata nelle mani dei cacciatori e dei loro supporter. Il Ministero dell'Ambiente ascolti non solo l'emotività dei Sindaci ma anche le Associazioni animaliste”.