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Giornata Mondiale dell'Acqua: necessario cambiare il sistema alimentare per consumarne meno!

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Ultimo aggiornamento

lunedì 21 marzo 2022

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“Acque sotterranee - rendere visibile l’invisibile” è il tema scelto da UN per la Giornata Mondiale dell’Acqua che si celebra oggi.

Rendere visibile l’impatto devastante della zootecnia, anche in termini di risorse idriche potrebbe essere un efficace sottotitolo.

Anche le acque sotterranee sono infatti soggette ad inquinamento causato anche dal sistema agricolo e dagli allevamenti, in particolare dal dilavamento, tramite il quale l’acqua piovana fa penetrare profondamente fertilizzati azotati (e quanti sono per i mangimi..! ) concimi organici e reflui zootecnici. Ma non ci sono solo rischi di contaminazione per le acque sotterranee, infatti, tutta l’acqua utilizzata in zootecnia è un uso esorbitante e non necessario di una risorsa preziosa e non inesauribile.

Nel contesto italiano, in virtù dei dati emersi dall’esclusiva ricerca LAV e Demetra, “Il costo nascosto del consumo di carne in Italia: impatti ambientali e sanitari”,  incentrata sulle carni maggiormente diffuse nel nostro Paese (bovina, suina, avicola) e dove si è misurato l’utilizzo della sola acqua “blu”[1] in un Life Cycle Assessment (LCA),  risulta che dei 730 litri appositamente prelevati e consumati durante l’intero il ciclo di “vita” di 1 kg di carne di bovino, 540 litri sono assorbiti dalla “produzione”, cioè dall’allevamento fino alla macellazione, e 190  si utilizzano per la lavorazione, l’imballaggio, la distribuzione e il consumo. 

Il confronto con i legumi parla da solo:

per 100 gr di proteine prodotte, in Italia, la carne di bovino necessita di 290 litri d’acqua, mentre i piselli ne richiedono solo 6,6 litri.  

Le previsioni sono chiare e note: secondo la FAO si passerà dal consumo globale di 268.7 milioni di tonnellate di carne del 2020 ai 463.8 milioni di tonnellate del 2050, va quindi valutato subito il confronto, anche per il consumo d’acqua, tra la distruttiva ingordigia della produzione di cibi di origine animale e la sostenibilità delle soluzioni plant-based. Utilizzare la poca acqua dolce disponibile in periodi di siccità – e di difficoltà, come quello attuale - per il ciclo produttivo della carne, e non per colture con una minore impronta idrica a parità di valore nutrizionale, e destinate direttamente all’alimentazione umana, aumenta i costi per la popolazione causati dallo stress idrico e genera disuguaglianza.

Solo un netto cambio di direzione delle scelte alimentari può fare la differenza a favore delle risorse idriche globali.  Ognuno di noi scegliendo alimenti 100% vegetali compie un gesto preventivo, solidale ed efficace.

In questa Giornata dell’acqua chiediamo alla politica di essere subito lungimirante, di non smantellare – sull’onda dell’emergenza bellica -  le strategie per la sostenibilità,  ma di cogliere invece l’occasione per riformare radicalmente il sistema alimentare, rispondendo alle esigenze dell’emergenza climatica, attuando misure che riconoscano l’enorme impatto del consumo di carne anche sull’utilizzo e sull’inquinamento delle risorse idriche e prevedendo azioni a vantaggio di una transizione alimentare, con la progressiva rimozione dei finanziamenti pubblici alla zootecnia e con interventi a sostegno della produzione di proteine 100% vegetali.

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[1] L’analisi effettuata non comprende, per sua natura,  l’acqua verde, cioè il volume di acqua piovana che non contribuisce al ruscellamento superficiale e si riferisce principalmente all’acqua che dal terreno passa nell’aria allo stato di vapore per effetto congiunto della traspirazione, attraverso le piante, e dell’evaporazione, direttamente dal terreno; - l’acqua grigia, che rappresenta il volume di acqua inquinata, quantificata come il volume di acqua necessario per diluire gli inquinanti al punto che la qualità delle acque torni sopra gli standard di qualità. https://www.minambiente.it/pagina/cose-la-water-footprint