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Giornata mondiale tutela natura selvatica: si cominci vietando la caccia

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Ultimo aggiornamento

lunedì 02 marzo 2020

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Oggi si celebra in tutto il mondo la Giornata mondiale per la tutela della natura selvatica, istituita dall’ONU per attirare l’attenzione sulle importanti responsabilità umane nei confronti di piante e animali selvatici.

Questi ultimi, però, sono ancora troppo spesso considerati “oggetti” a completa disposizione degli uomini; anche nel nostro Paese, dove i cacciatori ogni anno possono legalmente uccidere fino a 400 milioni di animali selvatici per esclusivo divertimento. Ma la caccia, oltre a comportare sofferenza e morte, altera profondamente gli equilibri delle specie animali. Come accade con i cinghiali, sulla cui popolazione la caccia agisce selezionando in particolare le fasce di età più giovani a scapito degli animali più anziani e aumentando le dimensioni medie delle cucciolate, finendo così per aumentare il numero di animali e, di conseguenza, i potenziali danni all’agricoltura attribuiti ai cinghiali stessi.

I cacciatori sostengono che la loro attività sia necessaria per ridurre i danni all’agricoltura procurati dagli animali, eppure, nonostante i cinghiali possano essere cacciati tutto l’anno a qualsiasi ora del giorno, i danni a loro imputati continuano ad aumentare, dimostrando chiaramente che la caccia non solo non riduce i danni, ma contribuisce ad aumentarli.

Ogni anno la caccia comporta anche la morte di milioni di uccelli migratori. Animali che non causano alcun problema all’agricoltura e che, anzi, contribuiscono a mantenere un habitat sano e ospitale anche per noi umani. Tuttavia, i cacciatori si accaniscono lo stesso contro questi piccoli uccelli, che molto spesso pesano meno del piombo utilizzato per ucciderli, al solo scopo di soddisfare la loro passione sanguinaria.

Se l’Italia vuole festeggiare degnamente la giornata indetta dall’ONU a tutela della vita selvatica, lo può fare molto semplicemente, fin da subito, vietando la caccia, una pratica che oramai non ha alcuna ragione di esistere, praticata da un’esigua minoranza di cittadini e da sempre avversata da quasi l’80% della popolazione.

Massimo Vitturi
Responsabile Area Animali Selvatici