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La storia di "Grazia": l'abbiamo salvata due volte, ora per lei c'e' una nuova vita

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Ultimo aggiornamento

lunedì 02 marzo 2020

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Nei giorni scorsi abbiamo potuto finalmente prendere in adozione la scrofa “Grazia” - così l’abbiamo ribattezzata - che nell’ottobre scorso, per difendere dei cuccioli, aveva attaccato e causato la morte di un uomo e il grave ferimento di un bambino, a Corcolle, in provincia di Roma.

Nel Centro di Recupero di Semproniano (Grosseto), Grazia potrà vivere in compagnia dei suoi simili, finalmente sottratta allo sfruttamento riproduttivo e alla morte per macellazione.

 

“Siamo di fronte a una tragedia che nulla potrà cancellare, un uomo è morto e un bambino versa ancora in condizioni critiche – ha dichiarato Gianluca Felicetti, Presidente LAV, nel corso dell’operazione di trasferimento – ma proprio la gravità dei fatti deve spingerci a riflettere anche sulle conseguenze di una gestione degli animali del tutto inadeguata. Ce ne parla il degrado a cui assistiamo in questo insediamento, uno tra i tanti che spuntano ai margini delle nostre città e lungo i campi che costeggiano le arterie stradali. Sono strutture fatiscenti che, come in questo caso, ospitano attività di allevamento abusive, in mezzo al fango e alle deiezioni degli animali. Non stupisce che un contesto del genere possa aver concorso al gravissimo incidente, in cui questa scrofa ha svolto il ruolo di esecutrice incolpevole”.

L’abbiamo salvata due volte: dalla macellazione certa a ‘fine ingrasso’, e dall’esecuzione come responsabile dell’uccisione e del ferimento di due umani.

Augurandoci che questa terribile storia possa far sì che in molti aprano gli occhi sulle pratiche di allevamento, intensive e non, continueremo ad intervenire in situazioni analoghe, e ad impegnarci per il superamento dell’attuale sistema produttivo e alimentare, basato sullo sfruttamento degli animali.

COMUNICATO STAMPA