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Non si fermino le indagini per l'orso marsicano ucciso a settembre

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Ultimo aggiornamento

martedì 10 marzo 2015

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A pochi mesi di distanza dall’uccisione di un orso marsicano a Pettorano sul Gizio (L’Aquila) la LAV, grata sia alla Procura che al Corpo Forestale dello Stato per le indagini sin’ora svolte e per avere, in così poco tempo, individuato il responsabile dell’uccisione dell’orso, è però preoccupata poiché non risulta sia stata chiarita del tutto l’esatta dinamica che ha visto sparare un reo confesso, motivo per cui ha redatto un’istanza per la dott.ssa Aura Scardella, Procuratore della Repubblica di Sulmona.

“Di fronte alla confessione dell’indagato il quale sostiene che avrebbe agito per legittima difesa o comunque incidentalmente - afferma la LAV -  chiediamo che la Procura continui a svolgere tutte le indagini necessarie, compresa la perizia balistica per accertare, con calibro e traiettoria dei proiettili, la reale dinamica dell’uccisione dell’orso. Non vorremmo infatti che questa uccisione venga archiviata come un incidente quando appare del tutto evidente l’intenzionalità dello sparo”.

Per l’associazione animalista, rappresentata dagli avvocati Carla Campanaro ed Elisabetta Ercole, sono due i reati per i quali è doveroso andare fino in fondo a quello che è stato un grave animalicidio: l’uccisione di animali, prevista dall’articolo 544 bis, e il delitto di furto venatorio previsto dall’articolo 624 del Codice Penale.