Una fotografia dello sfruttamento criminale degli animali in Italia.
È stato presentato oggi all'“Europa Experience - David Sassoli” a Roma il Rapporto Zoomafia LAV 2025, un documento, giunto alla sua ventiseiesima edizione, che analizza lo sfruttamento criminale degli animali.
Alla presentazione del rapporto, patrocinata dalla Fondazione Antonino Caponnetto, sono intervenuti: Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell'Osservatorio Zoomafia LAV; Gianluca Felicetti , presidente LAV; e Salvatore Calleri, presidente Fondazione Antonino Caponnetto.
Tra i presenti l'On. Eliana Longi (FDI), relatrice per la
maggioranza del gruppo di lavoro sulle zoomafie Commissione parlamentare di
inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su altri
illeciti ambientali e agroalimentari e alcuni rappresentanti della Polizia di
Stato, dell'Arma dei Carabinieri e della Capitaneria di Porto.
Combattimenti tra animali, corse clandestine di cavalli, scommesse clandestine, illegalità nei canili e allevamenti, traffico di cuccioli, contrabbando di fauna, bracconaggio, malaffare degli allevamenti, mafia dei pascoli, macellazione clandestina, bracconaggio ittico, illegalità nella pesca, sofisticazioni di alimenti di origine animale; e ancora, internet, intimidazioni, furti, droga e animali, zoocriminalità minorile, violenza e animali: questi i crimini analizzati anche quest'anno nel Rapporto Zoomafia LAV da Ciro Troiano.
Le varie indagini, svolte nel corso degli anni nel nostro Paese, hanno fatto emergere una realtà zoomafiosa articolata. Parliamo di vere associazioni per delinquere, attive nei vari filoni, capaci di tessere rapporti collusivi, dinamiche sotto il profilo economico, che fanno uso di modalità operative particolarmente sofisticate e che sono diramate su tutto il territorio nazionale, anche con intrecci internazionali.
I dati raccolti dal Rapporto sono relativi al numero totale dei procedimenti penali sopravvenuti nel 2024, sia noti che a carico di ignoti, e al numero di indagati per reati a danno di animali.
QUANTI REATI?
Proiettando su scala nazionale i dati delle Procure che hanno risposto, pari al 78% delle Procure italiane, sia ordinarie che minorili, tenendo presenti le dovute variazioni e flessioni, nel 2024 sono stati aperti circa 22 fascicoli, con circa 14 indagati al giorno, per reati a danno di animali. Come sempre, ricordiamo che si tratta di stime basate su un campione e non sul numero totale delle Procure italiane, che non hanno la pretesa di essere esaustive, ma solo indicative, e che il numero dei reati ufficiali rappresenta solo una parte di quelli effettivamente compiuti.
A livello nazionale, si registra un tasso di 13,85 procedimenti e di 8,36 indagati ogni 100.000 abitanti. Rispetto al 2023, c'è stata una diminuzione del -5,60% dei procedimenti mentre il numero degli indagati è aumentato del +3,75% circa.
La flessione registrata non corrisponde ad una effettiva diminuzione dei crimini contro gli animali, ma indica solo una riduzione delle denunce e dei fatti accertati, mentre l'aumento del numero di indagati mostra che sono in aumento i casi commessi da più persone in concorso, indice di una maggiore diffusione delle forme di maltrattamento organizzato di animali.
QUALI CRIMINI?
Il reato più contestato è quello di uccisione di animali, con 2319 procedimenti pari al 33,58% del totale dei procedimenti per crimini contro gli animali registrati con 558 indagati. Come sempre, però, la stragrande maggioranza delle denunce per uccisione di animali è a carico di ignoti, che nel 2024 hanno rappresentato più dell'83%.
Seguono:
DOVE?
Anche per il 2024, la Procura di Brescia si conferma quella con più procedimenti iscritti per reati contro gli animali: 265 con 219 indagati. Come sempre la maggioranza dei procedimenti riguarda i reati venatori o contro la fauna selvatica: 134 pari al 50,56% del totale, con 152 indagati pari al 69,40% del totale degli indagati. Questo perché com'è noto la provincia di Brescia rappresenta l'hotspot del bracconaggio più importante d'Italia quindi il numero dei procedimenti per tali reati influisce notevolmente sulla media totale dei reati contro gli animali registrati. Seguono Catania con 178 procedimenti e 148 indagati; Bergamo con 173 procedimenti e 95 indagati; Trento con 170 procedimenti e 99 indagati; Roma con 163 procedimenti e 93 indagati; Milano con 155 procedimenti e 90 indagati.
I crimini zoomafiosi sono forme di maltrattamento organizzato e trovano la loro consumazione solo sotto forma di evento programmato e strutturato ad opera di vere e proprie associazioni per delinquere, socialmente pericolose.
A fronte di questa drammatica situazione è necessario dotarsi di strumenti normativi efficaci, non solo da un punto di vista formale, ma anche in termini di applicabilità e proporzionalità rispetto al danno provocato.
Purtroppo, la nuova normativa sulla tutela penale degli animali da poco approvata non va del tutto in questa direzione. Al di là degli aspetti indubbiamente positivi, come l'applicazione delle misure di prevenzione previste dalla normativa antimafia o la sanzione per chi partecipa a qualsiasi titolo ai combattimenti o alle competizioni clandestine, non sono stati fatti grossi passi in aventi nel contrasto alle zoomafie. Anche l'aumento delle sanzioni è una novità positiva, ma le pene previste restano inefficaci per un'azione di contrasto che sia adeguata.