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Emendamento killer alla legge di bilancio: una strage di uccelli migratori e di democrazia

Con altre associazioni chiediamo di cancellare l'emendamento che porterebbe l’Italia sotto immediata procedura d’infrazione e in un totale caos gestionale

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venerdì 21 novembre 2025

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Animali selvatici

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Un nuovo attacco frontale e irresponsabile alla Legge Nazionale 157/92 che tutela la fauna selvatica

Noi di LAV, insieme alle associazioni ambientaliste e animaliste ENPA, LAC, LEGAMBIENTE, LIPU e WWF, siamo uniti in una ferma mobilitazione denunciano un nuovo attacco frontale e irresponsabile alla Legge Nazionale 157/92 che tutela la fauna selvatica.

La maggioranza filovenatoria ha depositato emendamenti alla Legge di Bilancio che mirano a smantellare l'assetto normativo per mero tornaconto elettorale e affaristico. Si tratta di un copione già visto con la Legge di bilancio del dicembre 2022 che ha causato l’apertura di una procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia.

L'emendamento più grave a firma della Lega, che è inammissibile in quanto del tutto estraneo ai temi della Legge di bilancio, punta a riscrivere l’Articolo 18, comma 1-bis, della Legge 157/92, il cuore della regolamentazione dei calendari venatori, delle specie cacciabili e dei tempi di caccia. L'emendamento proposto compie una duplice e inaccettabile violazione:

Si vuole rimettere alla "potestà delle Regioni" la definizione dell'inizio della migrazione pre-riproduttiva, fase che per la Direttiva Uccelli europea è rigorosamente protetta in base a dati scientifici incontrovertibili. Questo significa gettare nel caos amministrativo e legale il Paese, permettendo a ogni Regione di auto-certificare i periodi di caccia, in spregio a ogni logica di conservazione;
Si pretende di considerare la migrazione iniziata solo quando "un significativo contingente della specie abbandona" le aree. Questa è una violazione clamorosa e deliberata delle norme europee che impongono la protezione dei primi gruppi di uccelli – i riproduttori migliori – che sono i più importanti per il futuro delle specie.

L’attuale testo del comma 1-bis dell’Articolo 18 fu introdotto nel 2010 proprio per sanare la grave situazione dell'Italia - che era stata precedentemente condannata dalla Corte di Giustizia europea (Causa 537-08) - a seguito della procedura di infrazione 2006/2131. Modificare quel comma significa riaprire istantaneamente il contenzioso con l'Unione Europea, esponendo nuovamente il nostro Paese a pesanti sanzioni.

L’attacco legislativo è completato da due emendamenti relativi alle Aziende Faunistico-Venatorie, che consolidano una manovra tra l'affaristico e il politico.

Le proposte del mondo venatorio e dei suoi sostenitori politici hanno raggiunto un livello che non è mai stato così basso e pericoloso. Sono disposti a sacrificare le regole della democrazia, a compromettere la credibilità internazionale dell’Italia e a causare ancora più morti fra gli animali selvatici, solo per assecondare le peggiori pulsioni di una caccia sempre più minoritaria e fuori legge, a far pagare a tutti i cittadini i costi delle procedure d'infrazione e soprattutto ad infliggere danni irreversibili alla natura. Le regole della democrazia e il dettato costituzionale dell'art. 9 sono violati.

Un copione già visto con la legge 197 del 2022 che ha causato l’apertura di una procedura d'infrazione. La nostra richiesta è chiara e irrevocabile: pretendiamo l’immediato ritiro di questi emendamenti distruttivi! Chiediamo alle forze politiche della maggioranza che abbiano un minimo di responsabilità istituzionale, nonché a tutti i gruppi dell'opposizione di respingere con forza queste proposte che sono un insulto alla scienza, alla Legge europea e alla dignità del nostro Paese, non permetteremo che interessi di parte prevalgano sulla legalità e sulla tutela e conservazione della fauna. Saremo in prima linea per bloccarli.Le Associazioni ENPA, LAC, LAV, Legambiente, LIPU e WWF