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Vittoria! Bocciati richiami vivi e caccia in deroga in Lombardia

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Ultimo aggiornamento

lunedì 01 ottobre 2018

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Salvi milioni di piccoli animali: il Consiglio regionale della Lombardia, per la prima volta dopo numerose leggi illegittime, ha bocciato l’ennesimo tentativo di riaprire i roccoli per la cattura dei richiami vivi e di autorizzare la caccia in deroga ai piccoli uccelli protetti. 

Il rischio di dover risarcire i cittadini di tasca propria deve aver convinto anche i più restii tra i consiglieri regionali ad ammettere la realtà sulle due proposte di legge: i testi erano in totale violazione della normativa nazionale e comunitaria ed esponevano la Regione e il Paese alla certezza di pagare i danni, all'erario e all'Europa, perché incostituzionali e illegittime.

Ipotesi più che plausibile considerando la  sentenza della Corte dei Conti d’Appello che a giugno, su procedimento intentato da LAV e LAC, ha condannato al pagamento di complessivi 1.136.250 euro, in favore dello Stato, l’ex Presidente della Provincia di Bolzano e assessore alle foreste Alois Durnwalder e l’ex direttore dell’ufficio caccia e pesca della medesima Provincia Heinric Erhard, per aver emanato per anni decine di decreti che consentivano ai cacciatori altoatesini l’uccisione di migliaia di animali selvatici protetti dalle norme europee e nazionali. Decreti regolarmente impugnati dalla LAV avanti al TAR, e da questo puntualmente sospesi per grave carenza di istruttoria e motivazione.

I consiglieri lombardi erano stati informati della possibilità di esser chiamati a rispondere in prima persona dell’eventuale danno erariale con una diffida prodotta insieme a LAC, WWF, CABS, LIPU, ENPA e Legambiente, e per la prima volta non si sono sentiti immuni da rischi nel votare.

(foto F. Cagliata)