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Il lupo va protetto non ucciso: replica LAV agli agricoltori altoatesini

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Ultimo aggiornamento

giovedì 23 febbraio 2017

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Chiediamo che la Provincia di Bolzano si attivi subito per elaborare la migliore strategia di convivenza tra le attività umane e i predatori selvatici presenti sul territorio”, questo il commento della LAV alla richiesta degli agricoltori dell’Alto Adige di abbattere i lupi, colpevoli, a loro dire, dell’uccisione di alcuni animali selvatici, i cui resti sono stati ritrovati in Val Badia.

Ancor prima di capire chi ha ucciso i selvatici, ancor prima di avere raccolto un segnale certo che certifichi la presenza dei lupi, già ne viene chiesta la condanna a morte senza appello. – commenta Massimo Vitturi, responsabile LAV Area Animali selvatici – La richiesta degli agricoltori non è solo crudele e violenta, ma anche priva di qualsiasi fondamento giuridico, infatti i lupi sono animali particolarmente protetti dal 1971, nessuno li può uccidere!”.

Dopo anni in cui la Provincia di Bolzano ha accolto reiteratamente qualsiasi loro richiesta, consentendo l’uccisione di animali protetti, è ovvio che ora gli agricoltori si aspettino che anche il lupo sia passato per le armi dei cacciatori, ancor prima di aver prodotto qualsiasi pur lieve danno.

Ricade ora sull’amministrazione Provinciale l’importante compito di far capire agli agricoltori che se i lupi sono tornati – eventualità tutta da verificare – questi non potranno certamente essere uccisi. Solo una seria politica di convivenza, che applichi le migliori tecniche di prevenzione dei danni, può consentire agli agricoltori di continuare ad esercitare la loro professione nella certezza di ridurre al minimo gli attriti tra attività umane e presenza del lupo.