Accolte le nostre argomentazioni: ennesima conferma dell’illegittimità della miope e violenta strategia della provincia di Trento.
Il Consiglio di Stato, con ordinanza pubblicata il 7 novembre 2025, ha dichiarato “non luogo a provvedere” sull’istanza cautelare presentata da noi di LAV con ENPA e LNDC Animal Protection, sottolineando che nel frattempo è scaduto il termine di efficacia del provvedimento provinciale, fissato “entro la fine del periodo di pascolo 2025”. In sostanza, la misura non è più attuabile e quindi non si potrà procedere con l’uccisione del secondo lupo.
Si tratta di un risultato significativo perché, grazie al nostro ricorso, almeno uno dei due lupi condannati a morte è stato salvato. La sospensiva concessa in precedenza dal Consiglio di Stato aveva già bloccato l’uccisione e ora questa ordinanza mette la parola fine a una vicenda che non avrebbe mai dovuto iniziare.
Con ENPA e LNDC Animal Protection ricordiamo che il primo lupo era stato ucciso pochi giorni dopo la firma dell’ordinanza di abbattimento da parte del Presidente Maurizio Fugatti, un atto che che noi associazioni abbiamo ritenuto da subito illegittimo e contrario ai principi di tutela della biodiversità. Con il loro intervento, le tre associazioni hanno evitato che anche il secondo esemplare subisse la stessa sorte.
Ancora una volta la Provincia di Trento dimostra un approccio ostile, punitivo e miope verso i grandi carnivori, fondato sulla repressione e non sulla gestione scientifica e preventiva dei conflitti con gli animali allevati. È inaccettabile che la soluzione ai problemi di convivenza venga affidata ai fucili invece che a misure efficaci e sostenibili, come recinzioni elettrificate, dissuasori acustici e indennizzi tempestivi agli allevatori,