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Trentino: lupo salvo, Consiglio di Stato sospende il decreto uccisione

Accolte le nostre argomentazioni: ennesima conferma dell’illegittimità della miope e violenta strategia della provincia di Trento.

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mercoledì 15 ottobre 2025

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#lupi
Animali selvatici

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Continueremo con tutte le nostre forze a difendere la vita e la libertà dei lupi

Dopo l’inspiegabile sentenza del TAR di Trento che aveva avallato la condanna a morte dei lupi, a seguito di alcune predazioni avvenute a malga Boldera, ieri il Consiglio di Stato ha accolto le argomentazioni avanzate da noi di LAV e da altre associazioni e ha sospeso l’esecuzione del decreto di uccisione emanato dal Presidente della Provincia di Trento Maurizio Fugatti.

La sospensione è valida fino all’udienza che si terrà il 6 novembre, anche se l’efficacia del provvedimento termina in effetti con lo svuotamento delle malghe situate in Lessinia, che avverrà nei prossimi giorni  Di conseguenza il lupo è definitivamente fuori dal mirino dei fucili del servizio forestale trentino.

Purtroppo, non siamo riusciti a salvare uno dei due lupi, brutalmente fucilato dal servizio forestale della Provincia, che è rimasto vittima della becera propaganda animalicida di Fugatti, tuttavia il nostro tempestivo ricorso in appello ha dato l’ennesima conferma dell’illegittimità della miope e violenta strategia provinciale, di fatto bloccando la seconda uccisione. Federico Crisetig , area animali selvatici LAV utore

Le predazioni a malga Boldera sono senza dubbio dipese dalla carenza di misure di protezione degli animali allevati.

La mera presenza di una recinzione elettrificata, la cui efficacia nell’impedire ai lupi di accedere ai pascoli è comprovata scientificamente, non è stata sufficiente a causa della mancata manutenzione della stessa. Infatti, il basso voltaggio della recinzione non bastava a dissuadere i lupi che sono riusciti a penetrare all’interno della malga per colpa del disinteresse e dell’incompetenza degli allevatori, i quali peraltro sono tenuti a proteggere gli animali dagli attacchi dei predatori. Si tratta dello stesso problema riscontrato nella malga due anni fa, a cui era seguito un decreto di uccisione di due lupi immediatamente bloccato dal nostro ricorso ai tribunali.

Continueremo a difendere con tutte le nostre forze la vita e la libertà dei lupi dalla sete di sangue degli allevatori e dei cacciatori, fomentata e sfruttata da ignobili politicanti per racimolare qualche voto in più alle prossime elezioni.