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Demagogia anti-lupo: relazione Ministero Ambiente non considera le valutazioni scientifiche

Il documento informerà le Camere sulla proposta di Direttiva europea per il declassamento del lupo.

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Ultimo aggiornamento

venerdì 18 aprile 2025

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Siamo giunti al paradosso

Il Ministero dell’Ambiente ha predisposto la relazione che il Governo utilizzerà per dare informazione alle Camere sulla proposta di Direttiva formulata dall’Unione Europea per il declassamento del lupo.

Il documento, pur essendo un atto istituzionale che sostiene la necessità di ragionare a partire dalla base di una corretta informazione tecnico-scientifica, è infarcito di demagogia anti-lupo, riporta pochissimi dati e non tiene in alcun conto le valutazioni della comunità scientifica internazionale in relazione alle azioni da svolgere per favorire la convivenza tra il lupo e le attività umane.

Nella relazione si afferma che nel periodo 2017-24 ci sono state 19 aggressioni da parte dei lupi senza però precisarne la gravità e senza alcun dato di contesto, inoltre si sostiene che il declassamento dello stato di protezione del lupo consentirebbe una gestione più mirata della specie e quindi una riduzione degli impatti che il lupo produce sul comparto zootecnico senza fare alcuna menzione circa la comprovata efficacia dei sistemi di prevenzione delle predazioni e ignorando colpevolmente le esperienze di alcuni Stati europei che hanno in più casi dimostrato che uccidere i lupi non riduce le predazioni.

Infine nel documento viene riportato che una gestione più efficace della specie – quindi l’uccisione dei lupi - può produrre impatti positivi anche sui cittadini, ancora una volta ignorando le esperienze sviluppate all’estero e gli studi scientifici che dimostrano come l’uccisione dei lupi non favorisca affatto la loro accettazione sociale, ma anzi stimoli ancor di più il bracconaggio e la richiesta di ulteriori uccisioni.

Emerge quindi che il Ministero dell’Ambiente non vuole tenere in alcun conto le indicazioni della comunità scientifica e le esperienze sviluppate all’estero, preferendo schierarsi dalla parte di cacciatori e allevatori, sostenendo la caccia al lupo.

Oramai siamo arrivati al paradosso, il fronte anti lupo ha conquistato anche la massima istituzione nazionale che dovrebbe garantirne la protezione – non possiamo accettare che i lupi vengano mandati a morte solo perché gli allevatori non vogliono adottare le misure di prevenzione delle predazioni, continueremo a batterci in ogni contesto per contrastare ogni tentativo di aprire la caccia al lupo. Massimo Vitturi,  responsabile LAV Animali Selvatici