Necessari impegni concreti, con tempistiche certe, e risorse finanziarie ad hoc stanziate per la transizione.
Gli animali soffrono perché sono ancora confinati in gabbia, soffrono perché le norme di tutela ad oggi vigenti sono obsolete e non sono efficaci nel garantire la loro integrità fisica, psicologica e comportamentale.
Nell'incontro dell'intergruppo del Parlamento Europeo sull' “animal welfare” che si è svolto questa mattina, la Commissione UE ha confermato il suo impegno nel lavoro che sta portando avanti per arrivare ad una nuova legislazione sulla tutela degli animali allevati.
Questa conferma arriva dopo il Programma di lavoro che la stessa Commissione ha presentato per il 2026 e dove però non compare esplicitamente alcun riferimento a nuovi regolamenti o tempistiche certe.
Sulla necessità e urgenza di superare
le gabbie l'impegno dell'Europa era stato preso già nel 2021, dopo che
l'iniziativa dei cittadini europei aveva raccolto oltre 1.4 milioni di firme
certificate, un risultato incredibile che dimostrava con forza la richiesta
democratica dei cittadini europei.
Adesso è il momento di avere risposte, non più parole vuote ma impegni concreti, con tempistiche certe, e risorse finanziarie ad hoc stanziate per la transizione, a partire dalla prossima PAC che al momento si presenta lontana anni luce da questi obiettivi, e criteri di importazione che rispettino gli stessi standard europei.
Mesi fa abbiamo fatto ricorso contro la Commissione UE proprio per aver mancato la promessa fatta di presentare entro il 2023 una bozza di divieto dell'uso di gabbie, uno degli strumenti di tortura ancora legale negli allevamenti, e siamo in attesa di conoscere la data dell'udienza.
Cambiare si può, cambiare si deve. Gli animali allevati soffrono per tutta la breve vita. Vivono una vita innaturale, sono costretti a pratiche cruente e mutilazioni ancora legali.
Tutto questo è insostenibile, servono nuove regole e il controllo serrato che siano rispettate ovunque in Europa.