I prossimi cinque anni saranno decisivi per accelerare l’impegno globale
A dieci anni dall'adozione
dell'Agenda Onu 2030 gli sforzi in atto fino a oggi, a tutti i livelli, non
sono sufficienti a raggiungere i traguardi fissati in tema dii sviluppo
sostenibile: lo conferma il Rapporto di ASviS "L'Italia e gli Obiettivi di sviluppo sostenibile” presentato il 22 ottobre a Roma, presso
l'Aula dei Gruppi Parlamentari della Camera dei Deputati.
LAV, aderente ad ASviS dal
2024, poiché le politiche che coinvolgono le vastissime produzioni animali
hanno un impatto negativo anche in termini di sostenibilità, è consapevole che
il prossimo quinquennio sarà decisivo per accelerare l'impegno globale.
Occorre definire la prossima Agenda
di sviluppo sostenibile senza preconcetti e zavorre volti a mantenere lo
status quo o alibi che vanno ad alimentare un dannoso greenwashing
creando disinformazione e disimpegno.
IL NOSTRO CONTRIBUTO AL RAPPORTO ASviS
Nel corso della redazione del
nuovo Rapporto alcuni dei responsabili LAV hanno partecipato
ai gruppi di lavoro ASviS proponendo aggiustamenti a linee d'indirizzo che ancora risultavano
lacunose o non adeguatamente indicate nel documento.
Si tratta di aspetti nient'affatto opzionali o secondari rispetto al raggiungimento degli obiettivi
di sostenibilità. I nostri contributi specifici al Rapporto 2025 sono alle pagine: 176, 180, 216, 219 e 220.
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Capitolo 3 del Rapporto - Goal 2 (Sconfiggere la fame) - Proposte di legge e decreti allo studio
A livello europeo
- Normativa europea sulla tutela degli animali allevati, attualmente in corso di revisione e oggetto di
proposta di regolamento sul trasporto, su cui anche l'Italia attraverso i
propri eurodeputati e Ministri dell'Agricoltura e della Salute in particolare
dovrà esprimersi. La norma rappresenta uno strumento imprescindibile per
raggiungere gli obiettivi di sostenibilità dell'UE, cui concorrono tutti gli
Stati Membri. Un miglioramento sostanziale dei requisiti di tutela degli
animali allevati, durante il trasporto, in allevamento, e al momento della
macellazione, così come il divieto di utilizzo di gabbie, su cui la Commissione
Europea ha già preso un impegno, è necessario strumento di politica anche
ambientale, climatica e per la salute pubblica. Per questi motivi è necessario
un concreto monitoraggio dell'attuazione della condizionalità sociale della
PAC, una stretta vigilanza proprio per valutare che le imprese che beneficiano
del finanziamento si attengano alle regole inerenti le colture, nel rispetto
del benessere degli animali in tutti i loro passaggi e dei lavoratori, a
partire dalle tutele.
A maggio 2025, l'Italia ha avviato procedura TRIS al fine di approvare una proposta di legge che
sanzioni l'uso di denominazioni lattiero-casearie per prodotti plant-based,
nomenclatura già attualmente vietata e normata a livello europeo. Sorgono dubbi
sull'intento regolatorio della norma, che potrebbe nuocere produttori e
agricoltori coinvolti nella produzione di alimenti vegetali alternativi a latte
e derivati, impattando su un settore che negli ultimi anni è stato in crescita
(raggiungendo un valore di vendita di oltre 410 milioni di euro nel 20245) e
sull'attività agricola Made in Italy.
- Proposte di policy - Accrescere la responsabilità sociale delle aziende in un'ottica di filiera
(…) In diversi
ambiti del settore occorre superare la logica emergenziale in favore di un
approccio sistemico che consenta di prevenire l'insorgere di esternalità
negative. In tema di allevamenti, ad esempio, oltre a risarcire gli
allevatori per i danni subiti a causa di malattie, anche zoonosi, andrebbero
messe le basi per impostare una riconversione del settore che preveda standard
sostanzialmente migliori di detenzione e tutela degli animali, una progressiva
adozione di modalità di allevamento più estensive, e una maggiore sensibilità
verso le istanze che sostengono la necessità di una transizione verso
produzioni e consumi di cibi - in particolare proteine - vegetali, considerando
l'impatto su salute pubblica, sostenibilità economica e autoapprovvigionamento.
Capitolo 4 del Rapporto - Goal 12 - Produzioni e consumi responsabili
A livello nazionale
- Il 3 giugno è scaduto il termine per la presentazione delle domande di
accesso agli incentivi in favore della filiera di trasformazione di fibre tessili di origine naturale e della filiera della concia delle pelli, con
particolare attenzione alla sostenibilità e all'impatto ambientale (di cui al
Decreto interministeriale del 10/12/2024. Tra le spese ammissibili individuate
dal MIMIT, MEF e MASE, sono incluse anche “spese connesse all'acquisizione
della certificazione di sostenibilità di prodotto o di processo,”. Tra i
soggetti beneficiari non rientrano attività professionali, scientifiche e
tecniche come la 'Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle
biotecnologie' e la ‘Ricerca e sviluppo sperimentale nel campo delle altre
scienze naturali e dell'ingegneria', quindi anche le Università. Mente
all'estero c'è un grande interesse (che attira importanti capitali privati)
nella ricerca e sviluppo di “cultivated leather”, la produzione di pelle
animale in laboratorio che se da una parte potrà assicurare il futuro
dell'industria conciaria sostenibile, dall'altra escluderà in partenza lo
sfruttamento animale e ridurrà l'impatto ambientale.
- La transizione alimentare verso produzioni e consumi vegetali deve essere
parte integrante delle politiche climatiche e di sostenibilità, anche
attraverso appositi schemi di incentivo per produzioni e consumi di alimenti
vegetali, per esempio attraverso una revisione dell'IVA che favorisca tale
transizione. Le amministrazioni pubbliche possono contribuire a sostenere
questo approccio adottando le city food policy per incidere sulla ristorazione
collettiva pubblica.
- (…) Infine, in diversi ambiti del settore occorre superare la logica
emergenziale in favore di un approccio sistemico che consenta di prevenire
l'insorgere di esternalità negative. In tema di allevamenti, ad esempio, oltre
a risarcire gli allevatori per i danni subiti a causa di malattie, anche
zoonosi, andrebbero messe le basi per impostare una riconversione del settore
che preveda standard sostanzialmente migliori di detenzione e tutela degli
animali, una progressiva adozione di modalità di allevamento più estensive in
ottica One-health, e una maggiore sensibilità verso le istanze che sostengono
la necessità di una transizione verso produzioni e consumi di cibi - in particolare proteine - vegetali, considerando l'impatto su salute
pubblica, sostenibilità economica e auto-approvvigionamento.
- (…) DDL 972 Misure
per sensibilizzare i consumatori all'adozione di condotte virtuose orientate
alla riduzione dello spreco alimentare, in discussione in Commissione
Agricoltura del Senato1. Tra gli emendamenti positivi contenuti nel fascicolo,
si segnalano quelli che puntano a rendere più accessibili le eccedenze
alimentari per l'alimentazione degli animali, l'intento di coinvolgere le
amministrazioni locali nelle iniziative di contrasto dello spreco alimentare
(…)
- ·(...) DDL “Coltiva Italia” :è stato approvato dal
Consiglio dei Ministri un nuovo disegno di legge che sostiene con massicci
investimenti il settore zootecnico. Il sostegno finanziario non è ancorato ad
alcun vincolo alla transizione delle produzioni animali verso modalità di allevamento
più estensive con maggiore tutela degli animali, né alcun sostegno alla
riconversione verso produzioni vegetali, misura che gioverebbe molto la
sostenibilità e resilienza dell'agricoltura italiana, rendendoci anche più
autonomi in termini di produzioni di colture proteiche per l'alimentazione
umana. Nel DDL sono stanziati ulteriori fondi per gli indennizzi al settore
zootecnico in seguito a malattie come la Peste suina africana, senza che questi
fondi siano vincolati a cambiamenti strutturali del sistema di allevamento, o
sostengano una transizione verso altre produzioni.
- (…) Per quanto riguarda le produzioni animali (sempre più
oggetto di attenzione da parte dei consumatori e delle normative di tutela),
che hanno importanti ripercussioni non solo sull'ambiente e sul cambiamento
climatico, ma anche sulla salute pubblica (antimicrobico-resistenza, zoonosi,
malattie croniche) e sul tessuto sociale (lavoratori sfruttati e sottopagati,
creazione di ghetti e isolamento sociale), va costruito un percorso di
progressiva riduzione e sostituzione.