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Orso Stefano, svolta nelle indagini

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Ultimo aggiornamento

giovedì 20 marzo 2014

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Svolta nelle indagini per l'uccisione dell'orso Stefano all'interno del Parco Nazionale D'Abruzzo Lazio e Molise: ieri il Corpo Forestale dello Stato, Coordinamento Territoriale per l’Ambiente del PNALM, delegato alle indagini dalla Procura della Repubblica di Isernia, ha dato notizia dell’arresto di una persona che deteneva una pistola con matricola abrasa, oltre a numerose munizioni, coltelli e due carabine.

Un importante risultato raggiunto dal Corpo Forestale dello Stato: ora ci auguriamo che gli esami balistici vengano compiuti nel più breve tempo possibile per verificare la compatibilità tra le ferite che hanno portato alla morte l’orso Stefano e le armi detenute dall’uomo arrestato.

La salma dell’orso Stefano, barbaramente ucciso, crivellato da numerosi colpi di arma da fuoco all’interno di un santuario della natura qual è il Parco Nazionale, venne trovata il 7 luglio 2013.
A seguito dell’episodio criminale, avevamo richiesto subito il coinvolgimento del Centro di Referenza Nazionale per la Medicina Forense Veterinaria, istituto di eccellenza che avrebbe potuto dare un prezioso contributo alle indagini attivate per risalire al responsabile dell’uccisione. Per Stefano abbiamo simbolicamente consegnato un melo, l' albero tanto caro ai plantigradi, al Comando provinciale di Isernia del Corpo Forestale dello Stato affinché lo piantasse nel luogo del ritrovamento del suo corpo. 

Bracconaggio e caccia sono due grandi piaghe del nostro Paese che causano milioni di vittime innocenti ogni anno: cacciatori e bracconieri considerano gli animali alla stregua di oggetti a propria disposizione, sui quali scaricare il piombo dei loro fucili. Tutto ciò nonostante la stragrande maggioranza delle persone sia contraria alla caccia!

La stessa uccisione dell’orso Stefano destò notevole scalpore in tutto il Paese, a testimonianza della grande sensibilità dei cittadini nei confronti della tutela degli animali selvatici. La legge nazionale sulla fauna selvatica prevede un regime di protezione speciale nei confronti degli orsi, in quanto riconosciuti preziosi componenti degli equilibri ambientali. 

Uccidere Stefano, quindi, oltre a rappresentare un atto crudele nei confronti di un animale innocente, si configura come un vero e proprio crimine che deve essere punito in modo esemplare finanche con l’arresto, perché nessuno in futuro possa pensare di uccidere animali selvatici restando impunito.

Massimo Vitturi responsabile LAV caccia e fauna selvatica 

Massimo è anche su Twitter: @massimovitturi