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Palio di Siena: domani ennesima occasione di sfruttamento dei cavalli

Ci appelliamo a Parlamento e istituzioni culturali, affinché si superino palii e giostre con animali.

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martedì 01 luglio 2025

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Espressione di un sistema che trasforma i cavalli in strumenti simbolici

Domani si correrà nuovamente il Palio di Siena. Come ogni anno, dieci cavalli saranno costretti a gareggiare su un tracciato innaturale, tra curve a gomito e pendenze estreme, in una piazza affollata, assordante, visivamente caotica. Un luogo carico di pressione sensoriale, dove nessun animale sceglierebbe di trovarsi, se potesse.  

Dal 1975 a oggi, almeno 43 cavalli sono morti in conseguenza diretta del Palio. Alcuni uccisi sul campo, altri dopo giorni di agonia. Altri ancora scomparsi nel silenzio. A questi si aggiungono decine di infortuni gravi, come quello di Abbasantesa, cavallo della Giraffa, che nel 2023 si è spezzato l’anteriore destro in diretta televisiva. O come Zentile, che ha subito una deungulazione completa, una delle lesioni più dolorose e invalidanti per un equide. Nadia Zurlo,  responsabile area equidi LAV 

Non si tratta casi eccezionali. Il rischio è strutturale: curve strette, fondo duro, stress acustico e visivo. La curva di San Martino, lungo il perimetro di Piazza del Campo, è responsabile di oltre la metà degli incidenti.  Eppure, ogni anno, si continua a correre. E ogni anno, si continua a rimuovere. 

Il Palio è espressione di un sistema che trasforma i cavalli in strumenti simbolici, per cui gli animali sono esaltati solo se vincenti e funzionali al risultato umano, ignorati se feriti, invisibili quando smettono di servire.

È un sistema che idealizza ciò che sfrutta, che parla di “amore per i cavalli” mentre li seleziona, li scarta, li espone.

È una narrazione che assolve, una ritualità che anestetizza. 

Il Palio è incompatibile con una società moralmente evoluta. Non può esistere una forma ‘etica’ di Palio, perché il problema è strutturale. E il silenzio istituzionale su questo è complicità. Per questo chiediamo un cambio di passo politico: il Parlamento e le istituzioni culturali superino palii e giostre con cavalli, in coerenza con i principi costituzionali e con la sensibilità etica contemporanea. 

Noi di LAV continueremo a promuovere una visione del mondo in cui l’identità culturale non si costruisce sulla subordinazione di altri esseri viventi, ma sulla capacità collettiva di riconoscerli come individui, titolari di un valore proprio, non riducibili a funzione.

NO ALLA DIFFUSIONE TV DEL PALIO
Già l’anno scorso avevamo scritto a Urbano Cairo, presidente del Gruppo Cairo Communication, e ad Andrea Salerno, Direttore di La7, emittente televisiva che da anni trasmette in diretta esclusiva il Palio di Siena, per chiedere di interrompere immediatamente la diffusione di questo evento immorale.

Quest'anno il contratto di esclusiva tra il Consorzio per la tutela del Palio e La7 scadrà e faremo appello anche alle altre emittenti televisive, che potranno proporsi per le edizioni della gara a venire, di riflettere sull'urgente necessità di respingere quelle tradizioni che comportano la sofferenza animale e divulgare invece pratiche più etiche e rispettose. 

Continueremo a lavorare affinché nessun animale sia più messo in scena per legittimare un sistema di dominio travestito da tradizione, e affinché ogni spettacolo basato sullo sfruttamento di altri individui possa trovare un’alternativa giusta, libera, non violenta.