Ci appelliamo a Parlamento e istituzioni culturali, affinché si superino palii e giostre con animali.
Domani si correrà
nuovamente il Palio di Siena. Come ogni anno, dieci
cavalli saranno costretti a gareggiare su un tracciato innaturale, tra curve a
gomito e pendenze estreme, in una piazza affollata, assordante, visivamente
caotica. Un luogo carico di pressione sensoriale, dove nessun animale
sceglierebbe di trovarsi, se potesse.
Dal 1975 a oggi, almeno 43 cavalli sono morti in conseguenza diretta del Palio. Alcuni uccisi sul campo, altri dopo giorni di agonia. Altri ancora scomparsi nel silenzio. A questi si aggiungono decine di infortuni gravi, come quello di Abbasantesa, cavallo della Giraffa, che nel 2023 si è spezzato l’anteriore destro in diretta televisiva. O come Zentile, che ha subito una deungulazione completa, una delle lesioni più dolorose e invalidanti per un equide.
Non si tratta casi eccezionali. Il rischio è strutturale: curve strette, fondo duro, stress acustico e visivo. La curva di San Martino, lungo il perimetro di Piazza del Campo, è responsabile di oltre la metà degli incidenti. Eppure, ogni anno, si continua a correre. E ogni anno, si continua a rimuovere.
Il Palio è espressione di un sistema che trasforma i cavalli in strumenti simbolici, per cui gli animali sono esaltati solo se vincenti e funzionali al risultato umano, ignorati se feriti, invisibili quando smettono di servire.
È un sistema che idealizza ciò che sfrutta, che parla di “amore per i cavalli” mentre li seleziona, li scarta, li espone.
È una narrazione che assolve, una ritualità che anestetizza.
Il Palio è incompatibile con una società moralmente evoluta. Non può esistere una forma ‘etica’ di Palio, perché il problema è strutturale. E il silenzio istituzionale su questo è complicità. Per questo chiediamo un cambio di passo politico: il Parlamento e le istituzioni culturali superino palii e giostre con cavalli, in coerenza con i principi costituzionali e con la sensibilità etica contemporanea.
Noi di LAV continueremo a promuovere una visione del mondo in cui l’identità culturale non si costruisce sulla subordinazione di altri esseri viventi, ma sulla capacità collettiva di
riconoscerli come individui, titolari di un valore proprio, non riducibili a
funzione.
NO ALLA DIFFUSIONE TV DEL PALIO
Già l’anno scorso
avevamo scritto a Urbano Cairo, presidente del Gruppo Cairo Communication, e ad
Andrea Salerno, Direttore di La7, emittente televisiva che da anni trasmette in
diretta esclusiva il Palio di Siena, per chiedere di interrompere immediatamente
la diffusione di questo evento immorale.
Quest'anno il contratto di esclusiva tra il Consorzio per la tutela del Palio e La7 scadrà e faremo appello anche alle altre emittenti televisive, che potranno proporsi per le edizioni della gara a venire, di riflettere sull'urgente necessità di respingere quelle tradizioni che comportano la sofferenza animale e divulgare invece pratiche più etiche e rispettose”.