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PSA: inizia l'abbattimento di suini a Roma, ennesima strage annunciata

Iniziato l’abbattimento di migliaia di suini nell’area infetta di Roma. La vergogna di un sistema basato sull’uccisione sistematica di esseri senzienti.

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Ultimo aggiornamento

martedì 02 agosto 2022

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Ci siamo appellati al Consiglio di Stato per ribaltare la decisione del TAR

Dopo che il 25 luglio il TAR del Lazio si è espresso negativamente sulla richiesta di sospensione del “Piano Regionale di Interventi Urgenti” per la gestione il controllo e la eradicazione della Peste Suina Africana nella specie cinghiale, avanzata dalle associazioni ENPA e LAV, il prossimo 25 agosto il Consiglio di Stato si dovrà pronunciare sull’appello proposto dalle associazioni per tentare di ribaltare l’Ordinanza del TAR, bloccando così il piano regionale del Lazio che dispone un vero e proprio sterminio di cinghiali.

Riteniamo che la regione abbia approvato un piano che contiene palesi illegittimità, in primis l'assenza dei pareri tecnici da parte dell'ISPRA previsti dal decreto-legge del Governo di alcuni mesi fa sulla Peste Suina Africana. Paradossalmente, tali pareri sono stati presentati addirittura postumi: la Regione ne aveva fatto richiesta all'organismo scientifico, per poi ignorarne - potremmo dire infischiarsene - delle risposte. Ricordiamo che l'ISPRA, l'istituto scientifico nazionale per la protezione ambientale, aveva con tutta chiarezza risposto alla Regione che il piano era negativo almeno sotto due aspetti: la carenza dei metodi ecologici, fondamentali e previsti dalla legge quadro in materia di tutela della fauna n. 157 del 1992, nonché la evidente contraddizione con il decreto governativo dovuta all'aumento del 30% degli abbattimenti, previsto dalla regione senza il ricorso ai metodi selettivi.

Dunque, con un vero e proprio regime di caccia che è primo veicolo di diffusione della Peste Suina Africana per la contaminazione dei suoli provocata dai cacciatori nei loro spostamenti.

Ora attendiamo il 25 agosto per conoscere la decisione del Consiglio di Stato che speriamo blocchi definitivamente il massacro tanto crudele quanto inutile di cinghiali.


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giovedì 16 giugno 2022

PSA: inizia l'abbattimento di suini a Roma

Queste le parole del commissario Ferrari: “più agiamo in maniera determinata e incisiva - ha concluso - meno speriamo che siano i danni di carattere commerciale che avremo" come si legge qui.

Parole che ci fanno rabbrividire perché mostrano ancora una volta come degli esseri senzienti, con un’intelligenza simile a quella di un bambino di tre anni, che hanno una estrema somiglianza al cane di famiglia per quanto riguarda per esempio l’interazione sociale, la curiosità, la voglia di giocare, quali sono i suini, siano considerati come unità di produzione.

Le immagini circolate sull’abbattimento dei suini di un allevamento a Roma sono orribili: i suini impauriti scappavano per sfuggire alla presa di quelli che li avrebbero abbattuti. Esposti alla vista della sofferenza e della paura dei loro simili, immobilizzati e uccisi per mezzo di elettrocuzione, con shock elettrici a più riprese indotti all’animale che risulta esposto a maggiore sofferenza in quanto non immediatamente efficace la procedura.

È un sistema di produzione di cibo malato e crudele: queste epidemie e le decisioni prese dalle stesse autorità mostrano chiaramente l’enorme falla del sistema. Animali così vicini, in densità altissime, così deboli per la selezione genetica e le condizioni di vita, si ammalano facilmente. Così facilmente che per due animali malati è necessario abbatterne migliaia.

Siamo al paradosso: uccidiamo gli animali che non vogliamo si ammalino. È tutto da ricostruire, un sistema vergognoso di sfruttamento che va cambiato a partire da ciascuno di noi.

Ma milioni di animali allevati per scopi alimentari, come oltre 11 milioni di suini, soffrono ogni giorno negli allevamenti e nei macelli d’Italia. Dove ogni loro diritto viene costantemente calpestato.

Se non vuoi essere complice di questa strage, puoi smettere fin da oggi di mangiare animali e prodotti da loro derivati.

Noi continueremo a batterci in ogni modo e con ogni mezzo possibile fino a che ciascun animale non avrà libertà, dignità, vita.


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lunedì 13 giugno 2022

Massacro di cinghiali nel Lazio: la cabina di regia ordina l'uccisione di 400 animali

Sono 400 i cinghiali che dal 18 giugno ed entro trenta giorni saranno catturati e uccisi dentro e fuori le aree protette regionali. Con questa decisione la cabina di regia sulla Peste Suina della Regione Lazio ha così condannato a morte centinaia di animali sani.

La Peste Suina si sta sempre di più confermando un’ottima occasione per i cacciatori che potranno incrementare a dismisura il numero di animali uccisi per soddisfare la loro malsana passione, al punto che lo stesso Ministro Cingolani ha già annunciato – primo Ministro dell’Ambiente in tutta la storia repubblicana – di voler mettere mano alla legge sulla caccia per allungare la stagione venatoria ai cinghiali.


Siamo in attesa di poter leggere il documento ufficiale che disporrà il massacro di cinghiali – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV Animali Selvatici – e, come già fatto con il Piemonte, impugneremo immediatamente davanti al TAR Lazio l’intollerabile atto, utile solamente a far divertire i cacciatori ma senza alcuna ricaduta concreta sul numero totale di animali e sul contrasto alla diffusione della Peste Suina.

Nel frattempo il Ministero della Salute ha finalmente pubblicato, lo scorso 7 giugno, il bando pubblico “per la selezione di un progetto di sperimentazione per l’uso per via orale del prodotto GONACON dei cinghiali”, che permetterà, a soggetti pubblici o privati, di accedere al finanziamento di 500 mila euro messo a disposizione dalla legge di bilancio 2022 per i progetti che hanno l’obiettivo di sviluppare il vaccino immunocontraccettivo GonaCon in forma orale. Si tratta infatti dell’unico sistema realmente efficace che può contribuire alla riduzione incruenta del numero dei cinghiali, favorendo la convivenza con le attività umane che si svolgono sui loro territori e abbandonando definitivamente i fucili dei cacciatori. Da decenni i cinghiali sono cacciati in numero enorme, in costante crescita di anno in anno, tuttavia i danni loro imputati non solo non accennano a diminuire, ma addirittura sono in continuo aumento, dimostrando così anche ai più scettici che l’uccisione degli animali oltre ad essere una pratica cruenta, ne favorisce addirittura la proliferazione.


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venerdì 20 maggio 2022

Le proposte LAV per una corretta convivenza uomo-cinghiali

I cinghiali sono alla base di un fiorentissimo mercato sommerso tra cacciatori e agriturismi per non dimenticare i ristoranti tipici. Alcune Regioni – tra cui il Lazio che ci sta lavorando- hanno is... LEGGI I DETTAGLI

I cinghiali sono alla base di un fiorentissimo mercato sommerso tra cacciatori e agriturismi per non dimenticare i ristoranti tipici. Alcune Regioni – tra cui il Lazio che ci sta lavorando- hanno istituito addirittura la “filiera di carne di selvaggina”.

Per assecondare la richiesta del mercato nero della carne di cinghiale, dagli anni sessanta ci sono state massicce campagne di immissione di cinghiali portati dai cacciatori dai Paesi dell’est Europa, con il sostegno delle istituzioni.

Questa sostituzione de facto del cinghiale nazionale ha avuto molteplici conseguenze: avendo maggiore bisogno di cibo vista la loro stazza di gran lunga superiore a quella del cinghiale nostrano e il loro numero, i cinghiali hanno iniziato ad avvicinarsi sia alle coltivazioni sia ai luoghi abitati in cerca di cassonetti accessibili. Questo ha reso i cinghiali ostacolo e bersaglio al tempo stesso, poiché scorrazzano per le vie cittadine ignari dallo scorrimento delle auto. Ma a beneficiarne sono stati sicuramente i cacciatori che hanno avuto negli ultimi decenni un numero sempre più elevato di cinghiali da cacciare e continuano ad essere coinvolti in campagne di abbattimento degli animali, nonostante sia oramai evidente il fallimento del loro metodo.


I cacciatori sono dunque alla base del problema cinghiali: hanno la necessità di mantenere sempre una certa quota di danni perché saranno così sempre chiamati a porre ipotetica soluzione attraverso la caccia, anche se è evidente che il metodo è fallimentare.

E questo nonostante dal 2005 sia consentita la caccia di selezione, tutti i giorni dell’anno e a qualsiasi ora. Infatti, i danni denunciati dagli agricoltori sono in continua crescita e questo dimostra che il metodo venatorio non è certamente risolutivo, bensì contribuisce a incrementare il problema: come riconosciuto anche da una parte del mondo scientifico, la caccia destruttura le popolazioni di cinghiali, favorendo una risposta conservazionista caratteristica della specie, che incrementa in misura esponenziale il tasso riproduttivo delle femmine sottoposte a pressione venatoria.

Da sempre LAV propone lo sviluppo del vaccino immunocontraccettivo GonaCon, che già esiste e che con una sola iniezione rende sterile un cinghiale per un periodo di 5-6 anni. L’annoso problema legato alla somministrazione è noto, ma riteniamo fondamentale iniziare il progetto di sterilizzazione – magari proprio a Roma - per dimostrare l’efficacia dello strumento. Consapevoli che il fronte caccia sarà contrario poiché il GonaCon andrebbe a tagliare nel giro di poco tempo il numero di animali cacciabili, risolvendo così i problemi di cui sono accusati essere i responsabili.

La legge di bilancio ha messo a budget 500 mila euro per progetti che facciano uso del GonaCon da finanziare entro il 1° marzo, ma dal Ministero della Salute tutto tace al momento.

Ulteriore elemento fondamentale per evitare il proliferare di qualsiasi animale selvatico, compresi i cinghiali, e inibire la loro presenza nei centri urbani, consiste nel controllo delle fonti alimentari. In particolare, dei cassonetti dell’immondizia facilmente accessibili e traboccanti di rifiuti che per qualsiasi specie animale rappresentano una dispensa sempre rifornita che incrementa artificiosamente la capacità portante del territorio, sostenendo così popolazioni sempre più numerose di qualsiasi animale. La caccia e l’abbattimento selettivo non sono mai stati una soluzione risolutiva. Auspichiamo lungimiranza dalle amministrazioni locali e nessuna complicità con il mondo venatorio.


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giovedì 19 maggio 2022

Ordinanza peste suina: entro 30 giorni abbattimenti in massa. Pronti a ricorrere al TAR!

E’ stata pubblicata la nuova ordinanza del Commissario Straordinario alla peste suina africana, che detta le indicazioni in merito alla gestione del virus nel Lazio.Viene disposto che entro trenta g... LEGGI I DETTAGLI

E’ stata pubblicata la nuova ordinanza del Commissario Straordinario alla peste suina africana, che detta le indicazioni in merito alla gestione del virus nel Lazio.

  • Viene disposto che entro trenta giorni il Prefetto di Roma, in collaborazione con la Regione Lazio e Roma Capitale, fornisca le procedure per dare avvio alla cattura e uccisione dei cinghiali sia nella zona infetta all’interno del Grande Raccordo Anulare, sia nella zona confinante, un’area immensa, profonda fino a dodici chilometri che circonda tutta Roma nella parte a ovest del Tevere.
  • Viene inoltre disposto che la Regione regolamenti l’attività venatoria e di controllo nei confronti dei cinghiali, una previsione del tutto superflua visto che tali indicazioni derivano già a tutte le Regioni dalla norma nazionale sulla caccia.
  • Si tratta di una indicazione molto preoccupante, che in maniera sibillina sembra dare una precisa direzione alla prossima ordinanza del Prefetto di Roma, prevedendo un intervento che aumenti a dismisura la caccia nei confronti dei cinghiali su tutto il territorio regionale, anche se è oramai risaputo che la peste suina, come precisato da ISPRA, resiste benissimo anche a bassissime densità di cinghiali (fino a 0,5 individui/Km quadrato).


“Come temevamo, la Peste Suina Africana oltre ad essere un virus mortale per i cinghiali, si sta trasformando in una ulteriore opportunità per aumentare la caccia nei loro confronti, con i cacciatori che potranno addirittura cibarsi dei corpi degli animali uccisi se negativi al test PSA – dichiara Massimo Vitturi, responsabile LAV, Animali Selvatici – siamo pronti a impugnare al TAR ogni disposizione che preveda l’aumento della caccia ai cinghiali.”

Bloccare ogni tentativo di apertura agli abbattimenti di massa e procedere ad attuare reali misure preventive come: sterilizzazione dei cinghiali, eliminazione delle disponibilità alimentari dai rifiuti; recinzioni elettrificate per i campi; sistemi elettronici per la prevenzione degli incidenti stradali; oltre ovviamente all’abbandono della caccia.

Sono queste le proposte di LAV allo strutturale problema della presenza di cinghiali nelle aree urbane, fenomeno particolarmente visibile sul territorio della Capitale. Ma per rendere comprensibili questi punti è necessario partire da un caposaldo della questione: questi cinghiali sono da sempre animali di grandissimo interesse venatorio in tutto il Paese e portati dagli anni ’60 in Italia dai cacciatori.


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