Abbiamo chiesto al Ministro dell’ambiente Pichetto-Fratin di non recepire questa riforma antidemocratica e antiscientifica
Dopo quasi due anni di negoziazioni nelle istituzioni dell’Unione Europea, è ufficialmente entrato in vigore il depotenziamento della tutela conferita ai lupi in Europa, prima “rigorosamente protetti” ora soltanto “protetti”. Con l’entrata in vigore della revisione della Direttiva Habitat, la tutela giuridica di questi grandi predatori è stata formalmente indebolita.
Ora è sufficiente un decreto del Ministro dell’Ambiente che recepisca la riduzione del livello di tutela in ambito nazionale, perché 163 lupi finiscano nel mirino dei cacciatori, uccisi perché gli allevatori non vogliono utilizzare gli strumenti di prevenzione delle predazioni.
Ad ogni modo non è ancora detta l’ultima parola, abbiamo inviato una lettera al Ministro dell’Ambiente Pichetto Fratin con la quale chiediamo di non dare seguito a questa vergognosa iniziativa contraria alle evidenze scientifiche, alle richieste dei cittadini italiani e alla protezione rafforzata che la legislazione italiana offre ai lupi e a tutti gli animali selvatici.
Si tratta di un colpo gravissimo alla coesistenza con i lupi, specie particolarmente protetta in Italia da oltre cinquant’anni, l’avvio di una stagione di persecuzione che ancora una volta si risolverà con l’uccisione di animali innocenti, responsabili solamente di procurarsi il cibo necessario al loro sostentamento, ma anche un pericoloso precedente politico per tutti gli animali selvatici, che LAV denuncia con forza come una decisione antiscientifica e contraria alla volontà dei cittadini europei.
Il nuovo status giuridico, che consente una maggiore libertà di uccisione dei lupi nei Paesi membri, viola il principio dell’evidenza scientifica e il rispetto del consenso democratico, due pilastri fondamentali delle politiche europee e si pone in netta contraddizione con la tutela rafforzata degli animali che è uno dei valori fondamentali della nostra Costituzione oltre che con il volere della grande maggioranza dei cittadini italiani contrari a qualsiasi intervento cruento nei confronti dei lupi.
Infatti, il declassamento del lupo non rispecchia la volontà dei cittadini italiani: secondo il “Rapporto Italia 2025” pubblicato dall’Istituto Eurispes, la netta maggioranza dei cittadini italiani si schiera contro le uccisioni dei grandi carnivori, anche in caso di avvicinamento ai centri abitati.
Inoltre, l’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura (IUCN) – massima autorità scientifica in materia – aveva chiaramente chiesto di non procedere in questa direzione e pochi giorni fa perfino il Comitato Economico e Sociale Europeo, organo consultivo dell’UE, ha dichiarato che l’incremento delle uccisioni di questi predatori non comporterà una diminuzione delle predazioni sugli animali allevati.
Alcuni Stati membri, ovvero il Portogallo, la Polonia e la Repubblica Ceca, hanno già annunciato che manterranno il massimo grado di protezione dei lupi sul loro territorio. Al contrario in Italia l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) ha già formalizzato una soglia massima di 163 uccisioni di questi predatori, ripartite tra le Regioni e le Province autonome come segue: 22 in Toscana, 17 in Piemonte, 15 in Emilia-Romagna e nel Lazio, 12 in Puglia e in Calabria, 10 in Campania, 9 in Basilicata e in Abruzzo, 8 in Umbria e nelle Marche, 5 in Provincia di Trento, 4 in Veneto, in Liguria e nel Molise, 3 in Valle d’Aosta, e infine 2 in Lombardia, Friuli Venezia Giulia e in Provincia di Bolzano.
Se il Ministro dell'ambiente deciderà di recepire questa inaccettabile riforma normativa europea non ci saranno più ostacoli alla strage di lupi sul territorio italiano. Non si potrà più ricorrere ai tribunali nazionali per salvare la vita di questi animali, come era riuscita a fare LAV negli ultimi due anni bloccando tutte le ordinanze di uccisione di lupi emesse dalle Province autonome di Trento e di Bolzano. D'ora in poi le Regioni e le Province autonome potranno procedere indisturbate nel massacro di centinaia di lupi, con il sostegno del Governo.
Chiediamo al Ministro dell’ambiente Pichetto Fratin di rifiutarsi fermamente di sdoganare le uccisioni di lupi, in quanto sarebbe una scelta puramente ideologica alimentata da un lato dalle pretese dei cacciatori, che da sempre percepiscono questi predatori come nemici da eliminare, e dall’altro dal mondo zootecnico che invece di investire in misure di prevenzione efficaci e non cruente, continua a chiedere il via libera alla strage dei predatori.Tuttavia, la coesistenza si può realizzare solo con misure preventive insegnando alla cittadinanza a mantenere le distanze dagli animali selvatici, a rispettare la loro esistenza e la loro indipendenza.
Noi, fin dall’inizio, ci siamo impegnati per bloccare questa deriva antidemocratica e antiscientifica, anche in collaborazione con Eurogroup for Animals, coalizione di organizzazioni europee di cui è membro.
Invece di fare acriticamente proprie le posizioni più estremiste di cacciatori e allevatori, chiediamo che il Ministro Fratin si attenga alla volontà degli esperti e dei cittadini di cui è un rappresentante, facendo rispettare l’articolo 9 della nostra Costituzione che riconosce la tutela dell’ambiente e degli animali selvatici come valori fondamentali della Repubblica. L’Italia deve essere in prima linea nella difesa degli animali, dell’ambiente e dei principi democratici, non complice di un attacco pilotato come questo.