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Rapporto Zoomafia 2020: in Lombardia il 15% dei procedimenti nazionali

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 16 settembre 2020

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I crimini contro gli animali assumono diverse forme, hanno origini molteplici, sono plurioffensivi e non hanno confini geografici. Per questo è importante conoscere e analizzare il loro andamento delittuoso, per meglio adottare misure preventive e repressive.

L’Osservatorio Nazionale Zoomafia ha analizzato i dati del 2019 ricevuti da 8 Procure Ordinarie su 13 (non hanno risposto le Procure di Busto Arsizio, Como, Cremona, Sondrio e Varese) e dalle due Procure Minorili, Brescia e Milano.
Proiettando la media dei dati pervenuti su scala regionale, si può stabilire che nel 2019 nella regione sono stati registrati circa 1480 procedimenti (circa il 15,59 % di quelli nazionali), con un tasso di 14,77 procedimenti ogni 100.000 abitanti; e circa 890 indagati (circa il 15,23% di quelli nazionali), con un tasso di 8,88 indagati ogni 100.000 abitanti.

 L'alto numero dei reati venatori nella provincia di Brescia, ad esempio, fa alzare di molto la media dei procedimenti registrati. C’è da dire, infatti, che oltre il 60% dei procedimenti, 286 fascicoli, riguarda i reati venatori, che hanno coinvolto l’80% degli indagati (299 su un totale di 371 indagati). È noto che la provincia di Brescia rappresenta l’hotspot del bracconaggio più importante d’Italia, quindi il numero dei procedimenti per tali reati influisce notevolmente sulla media totale dei reati contro gli animali registrati.

Il quadro che proponiamo per la Lombardia si basa sui dati ottenuti da un campione del 62% di tutte le Procure della regione. Un dato molto rappresentativo, pur riferendono a stime basate su un campione e non sul numero totale delle Procure, e che non hanno la pretesa di essere esaustive, ma solo indicative. Un altro aspetto da considerare è che in generale sono di più i reati denunciati a carico di ignoti che quelli registrati a carico di autori noti. Se si considera poi che, notoriamente, i processi celebrati che arrivano a sentenza sono poco più del 20 per cento, e di questi meno della metà, il 43,7%, si conclude con sentenza di condanna, i crimini contro gli animali che di fatto vengono puniti con sentenza sono solo una minima parte rispetto a quelli realmente consumati.

Comunicato stampa integrale

(foto dal web)