Rinviati a giudizio tutti gli imputati de “I cuccioli di Carlotta”.
Si è tenuta oggi presso il Tribunale di Ravenna l’udienza preliminare relativa alla vicenda giudiziaria che coinvolge la società slovacca “I cuccioli di Carlotta”, accusata di commercio illegale di cuccioli provenienti dall’Est Europa.
Il Giudice ha ammesso la nostra associazione , assistita dall’avv. Massimiliano Canè del Foro di Bologna, come parte civile, e ha confermato la competenza territoriale del Tribunale di Ravenna per i reati contestati e ha disposto il rinvio a giudizio per tutti gli imputati, ad eccezione di uno di loro che aveva già optato per il patteggiamento.
La vicenda risale al 2020 e riguarda le attività della suddetta società slovacca, la cui sede è risultata essere in un capannone abbandonato, che avrebbe commercializzato cani di razza bulldog francese con manto “blu”, colorazione non ammessa dallo standard ufficiale e resa desiderabile da mode e tendenze, spesso alimentate dalla visibilità di personaggi noti che si mostravano sui loro profili social in compagnia di questi animali “rari”.
Questa pratica dimostra, ancora una volta, quanto la trasformazione dell’animale in un semplice oggetto di status o di esibizione sia una deriva culturale profondamente dannosa. Una moda, diffusa dai VIP, che non solo svilisce gli animali, ma mette anche a rischio la loro salute, esponendoli sempre più spesso a selezioni genetiche e a sofferenze inaccettabili.
Noi di LAV siamo intervenuti nel procedimento, perché da sempre siamo impegnati nel contrasto al traffico illegale di cuccioli.
Si tratta di un business multimilionario che sfrutta animali allevati in condizioni drammatiche nei Paesi dell’Est, venduti come animali “di razza” e trasportati per lunghi tragitti stipati in auto e furgoni, spesso privi di documenti regolari e sottoposti a gravi rischi sanitari.
Il traffico di cuccioli è una filiera crudele che continua a prosperare alimentata da mode, status symbol e dall’idea dell’animale come un prodotto da acquistare.
Il nostro impegno in questo processo ribadisce che la sola scelta etica è l’adozione responsabile, non l’acquisto, e che le selezioni genetiche spinte per soddisfare il mercato provocano sofferenze inaccettabili.
Secondo i dati del Rapporto Zoomafia 2025, dal 2010 — anno di entrata in vigore della legge contro la tratta dei cuccioli — al 2024 sono stati sequestrati ben 7.561 cani e 92 gatti, per un valore complessivo stimato di oltre 6 milioni di euro, mentre 457 persone sono state denunciate. Numeri che confermano come questo fenomeno rappresenti ancora oggi un traffico redditizio, strutturato e radicato, che può essere contrastato solo attraverso controlli serrati, pene efficaci e soprattutto un cambiamento culturale nella percezione degli animali.
La prima udienza collegiale del processo è stata fissata per il 14 aprile 2026.