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Reati contro animali non sono stati depenalizzati. Ora si migliori il Codice

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Ultimo aggiornamento

martedì 24 marzo 2015

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La norma sulla “tenuità”, in vigore dal 2 aprile, è residuale, inapplicabile di fatto, ai reati contro gli animali. Maltrattamenti e uccisioni non solo continueranno ad essere perseguibili ma non archiviabili nella stragrande maggioranza dei casi anche alla luce del nuovo articolo 131-bis del Codice penale voluto dal Governo e avallato dalla grande maggioranza del Parlamento. I reati contro gli animali rimangono quindi perseguibili d’ufficio e ogni Forza di polizia è tenuta a intervenire pena la denuncia per omissione d’atti d’ufficio.

Certo, si tratta - aldilà degli animali -  di un brutto articolo, proposto per ottenere, forse, una giustizia più veloce dando pieno mandato alle Procure di sfoltire i procedimenti per le previsioni fino a cinque anni di reclusione. Ma non è una depenalizzazione e peraltro vede fra le pochissime eccezioni all’applicazione della “tenuità del fatto” i motivi abietti o futili, la crudeltà, “anche in danno di animali”. In più l’obbligo per la Procura di notificare sempre e comunque alla persona offesa, compresi gli  Enti come la LAV che perseguono “finalità di tutela degli interessi lesi dai reati contro gli animali” l’eventuale richiesta di archiviazione permettendo così una strenua opposizione all’istituto anche nei casi più blandi, facendo valere il principio inderogabile di derivazione comunitaria che mai può essere un fatto tenue, ciò che comporta la compromissione della vita e della salute di un singolo animale.  Una previsione esplicita questa, sulla quale intervengono in un approfondimento giuridico il magistrato Maurizio Santoloci e l’avvocato Carla Campanaro, nostri direttore e responsabile dell’Ufficio Legale LAV.

All’uscita della proposta del Governo, nel dicembre scorso ottenemmo grazie alla mobilitazione di decine di migliaia di persone, le dichiarazioni pubbliche del premier Renzi e del Ministro della Giustizia Orlando, nonché l’approvazione di un parere con condizioni della Commissione Giustizia della Camera proprio riguardo agli animali. Un risultato politico rilevante alla cui luce deve oggi essere letta la nuova norma.

Non è infatti mai “tenue” la morte e il maltrattamento di un essere senziente. Questo è il principio che affermeremo da domani a tutte le Polizie e  in tutte le Procure e Tribunali d’Italia. E in più depositeremo con un fronte trasversale di deputati e senatori una nuova proposta di legge di “Armonizzazione, modifiche e implementazione delle disposizioni sulla repressione e il contrasto dei reati contro gli animali”.

Vedremo se questo Parlamento e questo Governo vogliono cambiare, in meglio, dopo che abbiamo evitato il peggio.

 

Gianluca Felicetti
Presidente LAV