Home | Notizie | Cani: patentino obbligatorio per alcune razze. Facciamo chiarezza sulla proposta della Regione Lombardia

Cani: patentino obbligatorio per alcune razze. Facciamo chiarezza sulla proposta della Regione Lombardia

Il testo approvato non è una Legge Regionale.

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

lunedì 30 giugno 2025

Topic


Condividi

Il cuore della prevenzione non è la stigmatizzazione dei cani

La notizia rilanciata da diverse testate ha suscitato grande interesse e molte reazioni, ma occorre fare chiarezza: il testo approvato dal Consiglio regionale della Lombardia il 24 giugno scorso non è una legge regionale, né tantomeno una norma già in vigore. Si tratta di una proposta di legge al Parlamento ("Norme specifiche per alcune tipologie di cani a tutela del loro benessere e della pubblica incolumità") che la Regione Lombardia ha deciso di promuovere ai sensi dell'articolo 121 della Costituzione.

Il provvedimento, quindi, non produce effetti immediati né ha valore cogente, e potrà trasformarsi in legge solo se il Parlamento della Repubblica deciderà di farla propria, calendarizzarla e approvarla. Qualora ciò non avvenisse, la proposta decadrà automaticamente, e non potrà diventare legge regionale: l'eventuale adozione a livello lombardo richiederebbe un nuovo iter legislativo da parte del Consiglio regionale.

Nel corso dell'iter che ha condotto all'approvazione della proposta da parte del Consiglio regionale, noi di LAV siamo stati auditi dalla Commissione competente e abbiamo depositato una dettagliata memoria scritta contenente osservazioni critiche e proposte di modifica, molte delle quali non sono state recepite nel testo finale. Riteniamo fondamentale ricordare che non condividiamo l'impostazione generale del provvedimento, che si basa su presupposti etologicamente e scientificamente errati.

L'errore di fondo: l'equazione tra razza e pericolosità

La proposta parte dal presupposto che alcune razze canine — in particolare molossoidi, terrier di tipo bull e cani da guardiania — siano intrinsecamente più pericolose di altre. Questa convinzione, oltre a non essere supportata da evidenze scientifiche, alimenta stereotipi e discriminazioni nei confronti di intere categorie di cani. Studi internazionali, come quello pubblicato su Science nel 2022, hanno dimostrato che la razza incide solo per il 9% sul comportamento del cane. Il resto dipende dall'ambiente, dall'educazione ricevuta, dalle esperienze individuali e dalla gestione da parte del proprietario.

Una simile impostazione rischia di ripetere l'errore della “black list” italiana del 2007, già abbandonata proprio per la sua inefficacia nel ridurre gli episodi di aggressione.

Noi di LAV riteniamo invece che il cuore della prevenzione stia nella responsabilizzazione dei proprietari, non nella stigmatizzazione dei cani. Per questo, sosteniamo l'introduzione di un patentino per tutti coloro che adottano o acquistano un cane, indipendentemente dalla razza. Un percorso formativo di base, accessibile e uniforme a livello nazionale, dovrebbe essere la regola per tutti, non un obbligo selettivo imposto solo ai proprietari di alcune razze.

Una corretta educazione cinofila può ridurre il rischio di incidenti, migliorare la gestione degli animali, prevenire i maltrattamenti e favorire il successo delle adozioni anche di cani ritenuti “impegnativi”. Il problema non sono i cani, ma l'impreparazione di chi li accoglie senza strumenti adeguati.

Criticità della proposta lombarda

Tra le principali criticità che abbiamo evidenziato nel documento depositato presso la Regione, ricordiamo:

  • l'assenza di fondamenti scientifici nell'elenco delle razze indicate, che include anche incroci e cani “morfologicamente assimilabili”, aprendo la porta a valutazioni arbitrarie;
  • la mancanza di attenzione al comportamento individuale del cane, a favore di criteri puramente morfologici;
  • la previsione di obblighi e restrizioni preventive e generalizzate senza alcuna valutazione comportamentale preliminare;
  • l'assenza di un piano di finanziamento per l'adeguamento delle strutture che dovrebbero accogliere i cani considerati “ad aggressività non controllata”;
  • Il patentino sarebbe obbligatorio solo per i meticci delle razze elencate nella lista, ma non per i cani di razza con pedigree in quanto "gli allevatori assicurano un percorso selettivo sui riproduttori che minimizza tare comportamentali su base genetica - oltre - la valutazione delle caratteristiche e dell'interazione con l'aspirante proprietario". Al netto del fatto che si tratta di una vendita e non di un'adozione, oltre che di un'esaltazione delle selezione di razza sulla quale siamo profondamente contrari, in questo modo si nega l'influenza dell'ontogenesi sul comportamento dell'individuo, in contrasto con i risultati di tutte le ricerche scientifiche sul tema

In alternativa, abbiamo suggerito un impianto normativo fondato su:

  • la responsabilità individuale del proprietario o detentore;
  • percorsi di valutazione comportamentale affidati a veterinari esperti in comportamento animale, in collaborazione con istruttori cinofili certificati;
  • l'introduzione di percorsi formativi obbligatori e differenziati per i proprietari (base e avanzato);
  • l'incentivazione dell'adozione responsabile dai canili;
  • il divieto di riproduzione non controllata e di allevamento.

La sicurezza pubblica e il benessere degli animali sono obiettivi legittimi e condivisibili. Tuttavia, perseguirli attraverso strumenti inefficaci, discriminatori e privi di solide basi scientifiche è un errore che rischia di produrre più danni che benefici.

Continueremo a impegnarci, anche in sede parlamentare, per promuovere un approccio moderno, giusto e fondato sull'evidenza nella gestione della convivenza tra persone e cani.

Un approccio che metta al centro la formazione dei proprietari, la valutazione del comportamento individuale dei cani e il riconoscimento che nessuna razza è pericolosa in sé, ma che ogni cane ha diritto ad essere compreso, rispettato e tutelato.

Ci auguriamo dunque che il Parlamento voglia ascoltare le nostre istanze e, anziché approvare una normativa inefficace sul piano della tutela dell'incolumità pubblica, scelga di varare una legge realmente utile, fondata sulla prevenzione, sull'educazione e su una gestione responsabile dei cani, nel rispetto di tutti.