Finalmente potremo vedere i macachi dell’Università di Modena fuori dalle gabbie dei laboratori.
Un risultato reso possibile da anni di lotta della LAV di Modena, di azioni realizzate con Animal Amnesty e AnimAnimale nel coordinamento “Salviamo i macachi”, grazie al sostegno di migliaia di cittadini uniti per protestare contro lo stabulario dell’Università di Modena dove si utilizzano macachi per test molto invasivi sul cervello.
Oggi, infatti, grazie a noi, il Comune di Modena ha firmato un Protocollo d'Intesa con il Rettore dell’Università che, con il positivo ruolo del nuovo Presidente della Facoltà di Medicina, stabilisce la salvezza dei 16 macachi ai quali non erano stati inseriti apparecchiature nel cranio, stabilendo uno storico stop agli esperimenti sulle scimmie.
Abbiamo rinnovato al Comune di Modena la nostra volontà di assumere la responsabilità dell'intera colonia dei macachi liberati, assicurando il recupero degli animali in Centri specializzati dove, grazie ai fondi raccolti dall’associazione con il 5x1000, potranno ricevere le adeguate cure e vivere, per sempre, riscaldati dalla luce del sole e liberi di giocare.
"La decisione di oggi dimostra che senza vivisezione non solo si deve ma si può - afferma Gianluca Felicetti, Presidente LAV - un grandioso risultato ottenuto dopo la vincente battaglia contro Green Hill, grazie alla mobilitazione di tanti e quindi alla illuminata volontà delle più alte cariche dell'Ateneo".
"Si tratta di un cambiamento-simbolo, una speranza non solo per le vittime della vivisezione ma anche per l'innovazione della ricerca", ha detto Michela Kuan, biologa Responsabile Nazionale Settore Vivisezione LAV.