Il gatto Giulio è stato trovato in condizioni drammatiche nelle campagne di Mattarello, in provincia di Trento, e salvato grazie alla tenacia e alla sensibilità dei volontari dello Sportello LAV contro i maltrattamenti sugli animali di Trento.
E' una fredda sera di inizio aprile, quando un uomo nota un piccolo gatto immobile e sofferente sul ciglio di una strada di campagna a Mattarello, in provincia di Trento. Il felino appare stanco, infreddolito e incapace di muoversi. Così l'uomo segnala il caso allo Sportello LAV contro i maltrattamenti sugli animali di Trento.
I volontari LAV si recano subito sul posto, ma il buio e la vegetazione fitta gli impediscono di individuarlo. Il giorno dopo, però, arriva la svolta. I volontari decidono di tornare sul luogo della segnalazione: sanno che trovare quel micio può fare la differenza tra la vita e la morte, così equipaggiati con roncola e guanti iniziano a farsi strada tra rovi, cespugli e fango, nella speranza che sia ancora lì. Gestiscono un lavoro lungo, paziente, silenzioso, fatto di ascolto, di piccoli movimenti e di grande rispetto.
Dopo ore di ricerca, Giulio, uno dei volontari LAV sul posto, nota un’ombra nel sottobosco: rannicchiato in un buco profondo, quasi fuso con il terreno e l’ombra, c'è lui: il gatto. Visibilmente debilitato, non ha più nemmeno la forza di fuggire. Si avvicina lentamente, si distende a terra, gli a voce bassa per non spaventarlo. Con gesti dolci, gli viene offerto del cibo, nel tentativo di guadagnare la sua fiducia. Alla fine, affamato e stremato, il micio fa un piccolo passo verso la salvezza. Giulio lo prende con delicatezza e lo mette nel trasportino: finalmente al sicuro. Da quel momento, quel gatto senza nome diventa Giulio, in onore del volontario che lo ha ritrovato. Le sue condizioni sono critiche: FeLV positivo (leucemia felina), affetto da una stomatite dolorosa, molto sottopeso e disidratato. Viene quindi ricoverato presso una clinica veterinaria per ricevere cure urgenti. Nonostante tutto, mostra fin da subito una grande voglia di vivere.
Nei giorni successivi, i volontari provano a rintracciare un eventuale proprietario, temendo si tratti di un gatto smarrito. Ma nessuno lo reclamato. Forse è stato abbandonato, forse non ha mai avuto una casa. Magari, nel momento in cui la malattia ha iniziato a consumarlo, è stato semplicemente lasciato indietro.
Oggi, però, Giulio non è più solo. Ha ripreso peso, è seguito con attenzione da veterinari e volontari, riceve ogni giorno affetto, coccole e cure. Il suo sguardo è cambiato: da spento e timoroso, ora è più vigile e sereno. E anche se il suo cammino resta fragile, ha accanto a sé una rete di persone che non lo lasceranno mai più.
Questa storia non è solo il racconto di un salvataggio: è un promemoria potente sull’importanza della solidarietà verso gli animali in difficoltà. È la dimostrazione che ogni segnalazione può fare la differenza, che ogni gesto conta, e che la vita – anche la più marginalizzata – merita ascolto, rispetto e amore.