Il rifugio La Sfattoria degli Ultimi, nato a Roma circa cinque anni fa, inizialmente ospitava poche decine fra cinghiali e maiali, che poi sono aumentati sempre più.
Nell'estate
del 2022, con altre associazioni, eravamo intervenuti presentando un ricorso al TAR,
vincente, per salvare all'epoca i 140 suidi dall'uccisione disposta dall'ASL
per contenere la Peste Suina Africana, nonostante non fossero malati e la
struttura avesse ottemperato alle norme sulla biosicurezza.
La situazione degli animali è, come riportato nelle immagini diffuse dai media,
purtroppo degenerata.
A metà giugno scorso, i Carabinieri Forestali assieme a Polizia Locale e ASL Roma 1, hanno rilevato una situazione drammatica tra i capannoni: circa 320 animali in condizioni di profondo degrado, tra cui decine di suidi affamati e rinchiusi in spazi angusti, privi di cibo, acqua e delle più basilari condizioni igienico-sanitarie e, speriamo, senza la possibilità di riprodursi.
A seguito del sequestro giudiziario disposto dalle Autorità, la custodia è stata affidata al Comune di Roma per quanto riguarda gli animali domestici e alla Regione Lazio per gli animali selvatici. Il territorio non è più “zona rossa” da gennaio scorso per la PSA.
LAV con ENPA, LNDC Animal Protection e Rete dei Santuari, nell'impegno esclusivamente finalizzato a garantire il benessere degli animali presenti all'interno del rifugio, hanno indicato la disponibilità a collaborare sul campo da parte di diverse ex volontarie della struttura, trasmettendo alla Procura della Repubblica di Roma quanto in loro possesso.
Il Comune di Roma ha formalmente autorizzato l'accesso alla struttura di questi volontari, prendendo atto della indicazione da parte del Campidoglio anche di altri volontari di altre associazioni. Ma ieri, recatisi presso La Sfattoria per dare inizio alle attività di supporto, non hanno avuto modo di entrare, l'attuale gestione della struttura ha infatti impedito l'ingresso e l'avvio della collaborazione. Sul posto sono intervenute anche le forze dell'ordine, senza riuscire a far rispettare la disposizione del Comune di Roma.
Le associazioni hanno quindi prontamente informato il Comune di Roma dell'accaduto, confidando in un rapido intervento risolutivo che consenta l'attuazione delle attività di collaborazione nella custodia materiale degli animali come previsto.