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Un Sindaco dice NO alla scelta vegan nelle scuole. Ma non può farlo

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Ultimo aggiornamento

domenica 01 maggio 2016

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Al Sindaco di Senigallia - Maurizio Mangialardi

Egregio Sindaco,
ho letto con stupore la sua risposta alle famiglie che hanno chiesto pasti vegani per la refezione scolastica dei figli. Sostanzialmente lei dice che se riconosce i vegani poi lo dovrà fare per le altre almeno venti scelte alimentari diverse da quella onnivora e questo ha un costo economico e organizzativo.

Aldilà che queste sette famiglie pagano il servizio tanto quanto le altre, il suo Dirigente comunale non potrà non aver informato Lei e la Giunta che questo riconoscimento non è una facoltà ma un obbligo che i Comuni si sono impegnati a rispettare firmando, il 29 aprile 2010, in sede di Conferenza Unificata con Regioni e Ministero della Salute, le “Linee di indirizzo nazionale per la refezione scolastica”, redatte anche con il contributo dell’Istituto Nazionale per la Ricerca e la Nutrizione (a proposito di eventuali dubbi sugli aspetti nutritivi della scelta vegana in qualsiasi età) pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale n.134 dell’11 giugno 2010, che recitano – a pagina 22:“Vanno assicurate anche adeguate sostituzioni di alimenti correlate a ragioni etico-religiose o culturali. Tali sostituzioni non richiedono certificazione medica, ma la semplice richiesta dei genitori”. Tale prescrizione è stata ribadita da una recente Nota del Ministero della Salute diffusa il 25 marzo scorso. 

Tra le motivazioni etiche che comportano la richiesta di  menu alternativi con sostituzioni che “vanno assicurate” (adeguate, bilanciate e di buon livello nutrizionale) è compresa anche la scelta vegana, vale a dire l'alimentazione che esclude carne, pesce e altri alimenti derivati dall’uccisione di animali, latte e suoi derivati, uova, miele e qualsiasi altro alimento di origine animale.
Risulta in continua crescita il numero di persone che in Italia scelgono di optare per questo genere di alimentazione (l’8% della popolazione è vegetariana e l’1% è vegana, in base al Rapporto Italia 2016, pubblicato da Eurispes) e che numerosi sono i vantaggi – verificati da una moltitudine di studi e dai principali Istituti Scientifici – in termini di prevenzione e tutela della salute che una simile scelta comporta.
La validità della scelta vegana in ambito scolastico è stata inoltre recentemente confermata dalla sentenza n. 245/2015 del Tribunale di Giustizia Amministrativa di Bolzano. Tale pronuncia ha infatti revocato il provvedimento di rifiuto d’iscrizione presso un  asilo nido di un bambino per il quale i genitori avevano richiesto l’alimentazione vegana, deciso dalla Direttrice dell’Ufficio istruzione e scuole del Comune di Merano, che aveva ingiunto alla madre di “consegnare una attestazione del pediatra di libera scelta dalla quale risultasse lo stato clinico del bambino e l’assenza di carenze nutrizionali” stabilendo che, in caso i genitori non avessero provveduto, “il bambino non avrebbe potuto più frequentare la struttura”. 
La sostanziale correttezza di una simile interpretazione è riprovata dalla presenza di altri Comuni, quali La Spezia e Milano, che prevedono, al contrario al momento di Senigallia, la possibilità di ottenere pasti senza ingredienti animali per i propri bambini e senza necessità di presentare un parere medico. E altri Comuni grandi e piccoli offrono la scelta vegana, da Rimini a Gradara. Chieda a loro come fanno per i menu (che sono meno complicati di quello che può pensare, dalla pasta e fagioli alla pasta al pomodoro, dai burger di seitan al riso e piselli, alle crocchette di tofu, e sul nostro sito www.cambiamenu.it potrà leccarsi i baffi) e scoprirà che questo aggravio di costi e organizzazione – al pari dei pasti per bambini ebrei o mussulmani – non è, peraltro, rilevante.

Signor Sindaco, ho avuto il piacere di conoscerla in due conferenze dell’attivissimo Rotary Club di Senigallia, con relative cene, vegane. Ho lì appreso della sua formazione erboristica e quindi aperta all’innovazione così come alla valorizzazione della tradizione, come fa proprio la scelta vegana.
Non solo. Lei ha in casa, un Istituto Professionale per la Ristorazione come il “Panzini” che con un corso da noi patrocinato alcuni mesi fa assieme a docenti di Scienze dell’Alimentazione ha intrapreso una specializzazione proprio in menu senza carne e altri ingredienti animali, un’opportunità di lavoro ed espansione della ricettività turistica di Senigallia.
Le Marche con la vicina Romagna è inoltre una delle culle della produzione alimentare specializzata in vegani e anche la Grande Distribuzione Organizzata si sta orientando con offerte a buon prezzo.
Noi le mettiamo a disposizione, gratuitamente, la competenza di almeno una biologa nutrizionista.

Insomma trasformi questo non problema in un’opportunità, positiva, dal prossimo anno scolastico. Per “la città di tutti” come recita il suo ultimo slogan elettorale. Di tutti.

Gianluca Felicetti
Presidente LAV