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Sperimentazione animale, 70 mld dalla UE per la ricerca etica!

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Ultimo aggiornamento

martedì 26 novembre 2013

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Un chiaro segnale dall'Europa in favore dei metodi alternativi e della fine della sperimentazione animale: sono infatti oltre 70 i miliardi di finanziamenti per centri di ricerca pubblici o privati che intendono operare per lo sviluppo di metodi di ricerca scientifici ed etici, previsti dal nuovo programma quadro per la ricerca Horizon 2020 (subentra al Settimo), approvato dal Parlamento europeo.

Chiara la necessità di voltare pagina e orientare la ricerca verso metodi che siano oggettivamente utili per l’uomo senza sperperare fondi, lavoro e vite per una scienza inutile e superata. 

Sono ormai note le evidenze sull’inattendibilità del modello animale e, mentre in Italia i pro-sperimentazione scendono in piazza e discutono sui giornali la necessità e l’utilità della vivisezione come metodo unico di ricerca, l’Europa guarda avanti e riconosce le potenzialità delle tecniche innovative che non ricorrono ad animali

Il quadro per la ricerca di 7 anni (2014-2020) si basa su tre pilastri: Excellent sciences, Industrial leadership e Social challenges. Ad interessarsi ai metodi alternativi non sono dunque gli animalisti, ma le industrie e la ricerca!

Un chiaro esempio dell’importanza di investire nelle alternative è lo "Human brain project" (il progetto europeo più avanzato al mondo) che, grazie al supporto di "Horizon 2020", produrrà il primo cervello in microchip tra soli tre anni… mentre in Italia c’è chi sostiene, addirittura, che tali metodi non esistono.

Tra i beneficiari dei cospicui finanziamenti previsti per Horizon 2020 speriamo saranno presenti anche aziende e centri di ricerca italiani, soprattutto ora che è stato approvato l’articolo 13 della legge di delegazione europea 2013 che prevede una forte implementazione dei metodi alternativi!

Mentre oltreoceano esistono laboratori robotici che testano centinaia di sostanze chimiche in pochi giorni, qui si continuano a allevare, torturare e uccidere milioni di animali, con gravi problemi etici, tempi di ricerca lunghissimi e dati non trasferibili all’uomo. 

Il nostro Paese non può perdere l’occasione di risorgere economicamente e culturalmente lasciandosi alle spalle i modelli animali e la frangia di ricercatori che ignora il futuro difendendo la vivisezione

Michela Kuan, responsabile LAV settore Vivisezione