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Sperimentazione animale: tra falsa scienza e follia

Sono numerosi gli esperimenti assurdi condotti ogni anno. Pochi riescono a essere pubblicati e suscitano il ragionevole sospetto di ingenti sprechi di denaro, lavoro e vite animali.

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Ultimo aggiornamento

lunedì 03 novembre 2025

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Ricerca senza animali

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PREMESSA

La capacità dell'uomo di indagare, capire e decodificare la natura è affascinante e dalle alte potenzialità per il futuro del nostro pianeta, ma questa curiosità troppo spesso è sottoscritta alla legge di mercato dimenticandosi della prerogativa che deve contraddistinguere le azioni umane: il rispetto della vita. Infatti, la ricerca pura che vuole indagare e sperimentare nuovi campi di applicazione deve tener conto dei vincoli etici e scientifici in nostro possesso.

Anche se il mondo legislativo, politico e scientifico hanno mostrato incoraggianti segnali verso l'abbandono dell'utilizzo degli animali nelle procedure scientifiche, il fenomeno sperimentazione permane, ancora, incontrollato e difeso dalla lobby vivisettoria che vuole detenere il controllo del mondo della ricerca.

Pubblicazioni recenti hanno dimostrato come il processo di autorizzazione e attuazione delle procedure sia svicolato dalla razionalità scientifica per perseguire interessi economici dalle dubbie finalità.

Sono, infatti, numerosi gli esperimenti assurdi condotti ogni anno sia a livello nazionale che internazionale. Pochi di questi riescono a essere pubblicati e suscitano il ragionevole sospetto di ingenti sprechi di denaro, lavoro e vite animali in un mondo che dovrebbe avvicinarsi sempre di più a una scienza animal-free e che vede il l'universo della ricerca versare in una crisi finanziaria.

ESEMPI

Solo per fare alcuni esempi, tutti italiani, ricordiamo:

Studi legati alle droghe, in particolare la ketamina in combinazione con stimolazione elettroconvulsiva (ECS)

o 560 TOPI

  • Si inducono a un comportamento che “simula” nei topi la depressione (malattia ben più complessa e multifattoriale) mettendoli insieme ad un topo “aggressore” per 10 min al giorno per 10 giorni.
  • Poi si sottopongono i topi a stimolazione elettroconvulsiva con clip auricolari 3 volte alla settimana per 3 settimane.
  • Quindi si effettua una somministrazione intraperitoneale di ketamina per 2 giorni a settimana per 3 settimane.
  • Si costringono a un fiaccante test del nuoto forzato (appartenente alla classe di dolore e sofferenza più alta) in cui vengono immersi in vaschette d'acqua dove non toccano e sono costretti a nuotare affannatamente per non annegare fino allo sfinimento.
  • Sono soppressi alla fine di queste torture [1].

A dimostrare l'assurdità, oltre alla violenza, è uno studio simile, ovviamente meno invasivo, fatto su 403 pazienti umani depressi [2] che dimostra che una ricerca human-based non solo è possibile, ma doverosa e l'unica attendibile.

La parola microbiota sta diventando quasi di moda e ovviamente a pagarne le conseguenze sono gli animali. Una procedura grave comporta l'analisi degli effetti di un ridotto consumo di vino rosso sulle funzioni cognitive ed emozionali.

o 1540 RATTI

  • Usati con l'impianto di una cannula a cui è attaccata la fibra ottica per gli esperimenti di optogenetica (al fine di controllare l'attività delle cellule nervose).
  • Si procede con l'inoculazione intracerebrale di adenovirus e iniezioni. [3].

Come si può anche solo pensare di estrapolare gli effetti emozionali del vino rosso assunto forzatamente da un topo, rispetto a quanto avviene in un essere umano che beve un bicchiere di alcolico a cena?!

Studio sui cambiamenti climatici e colpi di calore. Possibile che nel 2025 questo sia l'approccio sperimentale per contrastare il surriscaldamento globale?

o 624 topi

  • Sono sottoposti per 3 giorni ad alte temperature (ricordiamo che i topi hanno una capacità limitata di regolare la temperatura corporea)
  • Vengono tenuti a digiuno/alimentazione forzata,
  • Sono artificialmente soggetti a stress fisico, prelievi, iniezioni intraperitoneali con effetti quali respiro difficoltoso, contrazioni spasmodiche, nervosismo, distress e isolamento
  • Vengono soppressi alla fine delle torture [4].

Sappiamo di viviere in un'epoca in cui la fase adolescenziale è particolarmente complessa con fenomeni di autolesionismo, depressione e abuso di alcol fin da giovanissimi, ma la scienza non può rispondere con esperimenti folli sui ratti oltretutto a fronte di un'ampia gamma di studi epidemiologici.

Ratti

  • Tenuti svegli 20 ore al giorno per 4 giorni consecutivi per 5 settimane,
  • Impianti chirurgici di sistemi di registrazione dell'attività cerebrali con cavi annessi,
  • Prelievi,
  • Aumento di stress, stereotipie e ridotta locomozione [5].

Per stessa ammissione dei ricercatori, lo scopo non è nemmeno identificare nuove strategie per la prevenzione ed il trattamento di disturbi neuropsichiatrici e deficit comportamentali imputabili all'insufficienza di sonno.

Infine, sebbene d'oltreoceano, non si può non citare un esempio simbolo della follia macabra del modello animale che pretende di ridurre e scomporre l'essere umano comparandolo a organismi radicalmente diversi su cui simulare sintomi simili dopo aver indotto violenze indicibili, come in uno s udio sugli effetti degli abusi sessuali durante l'adolescenza.

A conigli di pochi mesi

  • Sono stati inseriti forzatamente palloncini nell'ano
  • I dati vengono registrati tramite un dispositivo fissato alla testa con una barra di acciaio inossidabile nel cranio con viti e resina acrilica dentale [6].

CONCLUSIONI

Se si vuole fare un passo avanti nella ricerca bisogna abbandonare questa scienza cieca che non è disposta a mettersi in discussione e che troppo spesso cede a compromessi dimenticandosi del valore della vita.

Pensare e accettare che queste violenze siano il prezzo da pagare per l'avanzamento della ricerca è sbagliato.

La medicina, la biologia, le leggi fisiche e matematiche sono alcune delle capacità di astrazione della mente umana in grado di codificare gli eventi che osserva e addirittura prevederli, ma la sperimentazione animale e le forme di abuso legate ad essa nulla hanno a che vedere con il nobile principio scientifico, anzi, sono solo buchi neri che oscurano e rallentano il percorso evolutivo della nostra specie.

Solo quando la ricerca tornerà ad avere come unico scopo la conoscenza e l'aiuto verso i malati si libererà dall'ombra della vivisezione, che la ancora rallentando le scoperte scientifiche a fronte di interessi economici e carriere.