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Animali usati nella sperimentazione: pubblicate le statistiche relative al 2023 in Italia

Quasi 400000 mila gli animali usati nella sperimentazione e oltre 2000 quelli usati nella formazione. Numeri da strage

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giovedì 17 luglio 2025

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Ricerca senza animali

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Ancora quasi 400000 gli animali utilizzati nel 2023 per la sperimentazione

Ancora quasi 400000 gli animali utilizzati nel 2023 per la sperimentazione, una leggera diminuzione rispetto al 2022 ma nessun plauso: le leggi nazionali e il contesto europeo chiedono di andare ben oltre questa piccola riduzione e di ricorrere all’uso degli animali solo se non è possibile utilizzare altro metodo, dando quindi totale priorità a modelli sostitutivi che non prevedono esseri viventi, con il cristallino traguardo di una ricerca scientifica senza uso di animali.

I dati sono stati raccolti secondo le modalità previste dalla Direttiva 2010/63/UE dal Ministero della Salute, recepita in Italia con il Decreto Legislativo n.26/2014 e pubblicati nella Gazzetta Ufficiale del 15 luglio.

Roditori per un totale di 306 mila individui, tacchini per un numero pari a 402, dato aumentato esponenzialmente, 747 le spigole. È stato introdotto tra gli animali utilizzati il gerbillo della Mongolia, un’atroce novità, sottoposti a sperimentazioni invasive 50 individui.

La tabella che riporta la gravità delle procedure, quindi il dolore a cui sono sottoposti da vivi, disegna un quadro allarmante che non è cambiato minimamente dall’anno precedente: oltre 100 mila animali sono stati coinvolti in esperimenti classificati come gravi: sottoposti a fratture ossee senza anestesia, indotti a sviluppare patologie gravi e sottoposti ad amputazioni o danni sensoriali irreversibili.

450 il numero dei cani utilizzati, ancora altissimo, nonostante il Decreto Legislativo n.26 del 2014 ne vieti l’utilizzo, salvo casi eccezionali. Sono stati sottoposti a procedure invasive e causa di gravi sofferenze, all’interno di laboratori che ricordiamo, sono sempre nascosti - almeno un piano sottoterra – impedendo a questi animali anche solo di poter vedere la luce del sole.

I primati non umani utilizzati sono stati 133, con una riduzione rispetto all’anno precedente del 50%, ma è un numero ancora inaccettabile e che dovrebbe azzerarsi. Infatti, oltre a rappresentare un modello scientificamente fallimentare, questi animali affrontano viaggi transoceanici dal Paese di origine (Asia, Isole Mauritius) sostenendo pratiche di cattura illegali e un business economico milionario che alimenta rischi per la salute umana vista la capacità di questi animali di poter trasmettere moltissime zoonosi anche mortali per l’uomo (herpes virus B, tubercolosi).

La riduzione del numero di primati segue il trend internazionale che vede sempre più Paesi impegnati in posizioni scientifiche ed etiche contrarie all’uso di queste specie a fini sperimentali; basti pensare che il Governo olandese ha recentemente approvato un emendamento che, fin da subito, vincolerà sempre più fondi per ricerche innovative senza animali con l’obiettivo di azzerare, entro il 2030, il finanziamento alla sperimentazione con primati non umani.

Inaccettabile come ancora 2.303 animali (800 in più rispetto al 2022) siano ancora utilizzati per l’istruzione e la formazione, un numero addirittura in aumento nonostante nel nostro Paese ci sia il chiaro divieto di procedure didattiche su animali (che prevede deroghe solo per l’alta formazione universitaria), e sia vigente già dal 1993 la legge sull’obiezione di coscienza alla sperimentazione animale, legge che quasi mai è pubblicizzata, calpestando il diritto dello studente a progredire nello studio senza svolgere procedure su animali. Valeria Albanese, Biologa e Responsabile Scientifica per LAV

Il 65% degli animali utilizzati sono coinvolti in procedure per cui non vi è alcun obbligo di utilizzare il modello animale (a differenza dell’ambito regolatorio), ignorando completamente quanto previsto dalla Direttiva Europea e dal Decreto Legislativo nazionale di dare priorità ai metodi sostitutivi in quanto affidabili, rilevanti per l’uomo e internazionalmente riconosciuti come il futuro della ricerca innovativa. Una scelta politica che non può essere accettata.

La sperimentazione animale è scientificamente obsoleta, inaffidabile e pericolosa per gli esseri umani a causa delle differenze di specie fisiologiche, metaboliche e genetiche. Basti pensare come la penicillina sia tossica per le cavie, il paracetamolo velenoso per i gatti e l'aspirina pericolosa per alcune specie animali. Questa insormontabile differenza si riflette nei risultati sperimentali fuorvianti e negli elevati tassi di fallimento dei farmaci: dal 90% al 95% dei farmaci dichiarati come sicuri ed efficaci nei test sugli animali falliscono negli studi sull'uomo. Valeria Albanese, Responsabile LAV Area Ricerca Senza Animali 

Chi giustifica il modello animale lo fa adducendo scuse come “la vivisezione non esiste più e che si usano gli animali solo per rispondere a obblighi di legge o per proteggere la specie”, ovvero posizioni che vogliono far passare la sperimentazione animale come un male necessario e accettabile, ma che si discostano fortemente dalla realtà.

La Commissione Europea ha recentemente citato i metodi senza animali come prioritari per rendere l’Europa leader globale nell’innovazione scientifica, ci auguriamo che il Governo italiano si adatti al trend, finanziando nuovamente questi metodi con fondi costanti e consistenti.