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Caccia al canguro: lo stato dell'Australia del Sud avvia la prima inchiesta parlamentare

La nostra campagna internazionale #SalvaCanguri ha effetti anche dall’altra parte del mondo.

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Ultimo aggiornamento

giovedì 24 aprile 2025

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Moda animal free

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In Australia del Sud ogni anno, dal 2010, vengono uccisi in media 100.000 canguri

Con la collaborazione diretta con ONG australiane, come Kangaroos Alive e Voiceless, ed anche grazie alla nostra campagna avviata nel 2019, qualcosa sta cambiando: anche in Australia, dove più ce n’è bisogno, si parla sempre di più della caccia ai canguri e si comincia a mettere in discussione le argomentazioni dell’Industria del Canguro (per il commercio di pelli e carne) sulla “sostenibilità” e “umanità” di questa caccia; tanto che il Parlamento dell’Australia del Sud ha avviato una Inchiesta parlamentare, la prima ed unica nel suo genere in questo Stato.

Nei giorni scorsi abbiamo trasmesso al Natural Resources Committee del Parlamento dell’Australia del Sud nell’ambito della consultazione pubblica avviata con l’Inchiesta Parlamentare, le nostre argomentazioni in favore della necessità di mettere al bando le uccisioni di canguri e wallaby – altre specie di marsupiali non classificabili come canguri per le ridotte dimensioni -. Siamo fiduciosi del fatto che la mobilitazione dell’opinione pubblica australiana e la pressione esercitata dall’Italia dalla LAV così come da altre ong nostre partner in altri Paesi, porteranno il Parlamento dell’Australia del Sud ad adottare forti restrizioni verso questa vera e propria barbarie. Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free

Secondo i dati pubblicati dal Dipartimento dell'Ambiente, in Australia del Sud, ogni anno dal 2010 vengono uccisi in media 100.000 canguri per scopi commerciali;1 questi numeri non tengono conto delle decine di migliaia di piccoli (nel marsupio o deambulanti ma ancora dipendenti) che muoiono o vengono uccisi a causa dell'uccisione delle loro madri).

A questo si aggiunge il problema che nella quasi totalità del territorio, circa un milione di chilometri quadrati di superficie, è consentito sparare ai canguri per finalità commerciali oppure anche solo per “liberare” terreni da destinare all’allevamento di pecore (importate con la colonizzazione europea nel XXVII secolo).

Le norme australiane che regolano la caccia commerciale e non (Code of Practices) impongono una morte rapida e umana, tramite un unico colpo di fucile al cervello o al cuore. Nella realtà, considerato che la caccia è condotta prevalentemente di notte, in luoghi completamente isolati, senza controlli e con spari a lunga distanza, spesso questi animali saltano e fuggono in tutte le direzioni, molti sono colpiti da più proiettili e subiscono ferite orrende: le mascelle vengono spazzate via, perdono gli occhi, subiscono lesioni interne, si spezzano gli arti e cercano disperatamente di salvarsi anche trascinandosi con una sola zampa se l’altra è ferita.

In passato, l'uccisione delle femmine era stata proibita a causa di implicazioni oggettive per il benessere degli animali e la sopravvivenza delle specie (nella maggior parte dei casi, durante tutto l'anno le femmine di canguro e wallaby hanno almeno un cucciolo a carico); per un mero interesse economico, questo divieto è stato poi ritirato.

La chiamano “harvest” (prelievo) e la propongono come “sostenibile”, ma si tratta di un vero e proprio massacro e che interessa non animali malati o deboli, ma soggetti sani e forti con un effetto devastante anche sulle strutture sociali di queste popolazioni.

Il rapporto annuale sul “prelievo” pubblicato per il 2023 indica che del numero totale di canguri uccisi (100.896), il 37% erano femmine di Canguro Grigio Occidentale, il 45% erano femmine di Canguro Grigio Orientale, il 21% erano femmine di Wallaby di Tammar mentre le femmine di Euro (commercialmente poco interessanti perché molto più piccole dei maschi) erano il 2%.

In soccorso ai tanti animali adulti e cuccioli feriti, smarriti o orfani tanti cittadini australiani si prodigano per assicurare loro una ripresa e una nuova vita; tra questi ci sono i volontari dell’Adelaide Hills Kangaroo Rescue (AHKR) con cui LAV ha avviato quest’anno una dedicata collaborazione per sostenere, anche economicamente, le tante spese di cui si fanno carico in questo gravoso ed emozionante impegno.

Le licensed wildlife carers dell’AHKR sono impegnate giorno e notte per recuperare animali bisognosi e gestire quelli già ospitati, con una particolare attenzione verso i più piccoli che devono essere allattati ogni due ore e coccolati in sacche che vanno a sostituire il marsupio delle mamme che hanno perduto.

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venerdì 27 dicembre 2024

Il Belgio verso il divieto di import e commercio di carne e pelli di canguro

Presso il Parlamento federale di Bruxelles è stata presentata una bozza di Ordinanza che propone di vietare la vendita di carne e pelle di canguro; questa iniziativa segue la visita della delegazione di aborigeni australiani che, in un tour istituzionale europeo con prima tappa Roma alla Sala Stampa della Camera dei Deputati, hanno denunciato il ruolo dell’Unione Europea e di alcuni Stati Membri in particolare (come Italia, Belgio, Olanda) nell’alimentare il più grande massacro di animali selvatici terrestri del mondo.

[Intervento al Parlamento di Bruxelles della delegazione aborigena australiana]

La proposta di ordinanza sarà votata nei primi mesi del 2025.

Mentre il Belgio si candida ad essere il primo Stato Membro dell’Unione Europea ad avere messo al bando l’import e il commercio di prodotti ricavati dalla caccia commerciale ai canguri, l’Italia – che detiene il primato per l’importazione delle pelli di questi animali – resta a guardare. La calendarizzazione e approvazione della proposta di legge C.961, presentata il 7 marzo 2023 dalla On. Eleonora Evi (PD) e cofirmata anche da parlamentari della maggioranza, è sempre più urgente. Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free

La proposta, presentata dai verdi di Bruxelles (Groen e ECOLO, partiti della coalizione di maggioranza), mira a vietare la vendita di prodotti derivanti dalla caccia commerciale al canguro; una decisione politica in risposta all'appello lanciato dalla delegazione di aborigeni australiani insieme alla ONG belga GAIA (partner di LAV nella campagna #SalvaCanguri), che sottolineano che il Belgio è il più grande importatore europeo di carne di canguro.

Analoga proposta di divieto sarà presentata anche presso i parlamenti federali delle Fiandre e della Vallonia. 

Anche se può sembrare lontano dalla nostra vita quotidiana, i cittadini di Bruxelles trovano inaccettabile la terribile sofferenza patita dal massacro per fini commerciali dei canguri. Pertanto invitiamo il Parlamento di Bruxelles ad ascoltare la voce dei suoi cittadini.Lotte Stoops (Groen)
GAIA applaude questa iniziativa e sollecita tutti i parlamentari a sostenere la proposta. Questa iniziativa parlamentare dimostra una crescente consapevolezza politica. Il nostro Paese non può più tollerare questa crudeltà contro i canguri, né l'impatto culturale ed ecologico che causa. Ann De Greef, CEO di GAIA.Ann De Greef, CEO di GAIA

Ogni anno, oltre 80.000 canguri perdono la vita per il mercato belga. Il Belgio è il più grande importatore europeo di carne di canguro; mentre solo pochi ristoranti e negozi offrono ancora carne di canguro, la maggior parte dei prodotti importati viene riesportata in altri Paesi.

La caccia notturna ai canguri causa immense sofferenze agli animali. Quasi il 40% degli animali non muore all'istante. Il Regolamento di Condotta che disciplina la caccia commerciale dispone che i cacciatori uccidano i giovani canguri (rinvenuti nei marsupi delle madri uccise) schiacciando loro il cranio e distruggendogli il cervello! Una condotta orribile e disumana, ma qualificata come “best practices” dalle autorità Australiane.

LA RISPOSTA DELLE AZIENDE

Dal 2019, con l’avvio della campagna #SalvaCanguri, hanno annunciato la dismissione della produzione e vendita di prodotti in pelle di canguro: Diadora, Puma, Nike, Decathlon (entro il 2027), Prada, Versace, Ferragamo, Zegna e prima ancora anche Gucci.

Le aziende della grande distribuzione che in Belgio, Francia, Germania e Olanda vendevano carne di canguro ma hanno poi deciso di non essere più complici della mattanza sono: Lidl, Aldi, Carrefour, Makro, Colruyt, Cora, Match, Delhaize, Real, Kaufland, V-Mark, Real, Kaufland.


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venerdì 25 ottobre 2024

Stop al massacro dei canguri: a Strasburgo con la delegazione australiana

Nella giornata del World Kangaroo Day, il 24 ottobre, la delegazione australiana composta anche da rappresentanti della comunità aborigena Yuin, dopo la conferenza alla Sala Stampa della Camera dei Deputati e gli incontri e le audizioni tenuti presso i parlamenti di Olanda e Belgio (che, insieme all'Italia, sono i mercati nazionali in UE di maggiore riferimento per l'import di carne e pelli di canguro),  ha concluso il tour istituzionale europeo a Strasburgo.

In occasione della seduta plenaria del Parlamento Europeo, abbiamo affiancato la delegazione australiana nell'incontro con gli eurodeputati dell'Intergruppo per il Benessere Animale e negli incontri bilaterali con i membri della DANZ (la Delegazione dell'UE per le relazioni con l'Australia e la Nuova Zelanda): il risultato è stato un ampio ed esplicito supporto degli eurodeputati per un divieto europeo all'import di prodotti di canguro.

Il nostro impegno prosegue dunque con ulteriore slancio e forza verso la tutela dei canguri e il contrasto alla caccia commerciale di questi meravigliosi animali.



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mercoledì 16 ottobre 2024

Stop al massacro dei canguri: conferenza stampa alla Camera dei Deputati

Guarda la registrazione video della Conferenza Stampa[youtube:k6em5EkcqPM]L'Italia è il primo Paese UE per importazione di pelli di canguro con 381 tonnellate tra il 2019-2022, per un val... LEGGI I DETTAGLI

Guarda la registrazione video della Conferenza Stampa


L'Italia è il primo Paese UE per importazione di pelli di canguro con 381 tonnellate tra il 2019-2022, per un valore complessivo di 3,8 milioni di euro, e il quinto nel mondo, insieme al Vietnam, dopo Turchia, Pakistan, India, Indonesia.

Per portare nel dibattito politico italiano il tema dei canguri, parte da Roma il tour europeo di una delegazione australiana guidata dai rappresentanti della comunità aborigena Yuin.

La delegazione passerà anche dal Parlamento dell'Aja e di Bruxelles per sostenere analoghe proposte di divieto nazionale all'import e commercio di pelli e carni di canguro, e si fermerà infine a Strasburgo in occasione del World Kangaroo Day, il 24 ottobre, dove incontrerà gli eurodeputati dell'Intergruppo sul Benessere Animale del Parlamento Europeo.

Questa mattina si è svolta la conferenza stampa convocata da noi di LAV presso la Sala Stampa della Camera dei Deputati per denunciare il ruolo attivo dell'Italia nella mattanza di oltre 1,5 milioni di canguri ogni anno e per sollecitare l'avvio dei lavori sulla proposta di legge C.961 che, quando approvata, introdurrà in Italia (e per la prima volta in Unione Europea) il divieto nazionale all'import e commercio di prodotti derivanti dalla caccia commerciale ai canguri.

La proposta di legge C.961 è firmata da: On. Eleonora Evi, PD e prima firmataria; M.V. Brambilla, I. Cavo, Noi Moderati; S. Cherchi M5S; B. Colombo, M. Malaguti, FdI; R. Dalla Chiesa, G. Saccani Jotti, FI; F. Gallo, Misto; S. Loizzo, Lega.

In base a un sondaggio appena pubblicato, il 78% italiani è favorevole al divieto di importazione e commercio in Italia di pelli e carne di canguro.

TESTIMONIANZE E DICHIARAZIONI

Peter Hewitt Jerrinja-Yuin e Ricky Buchanan Gumbaynggirr, incaricati dagli anziani dell'organizzazione culturale Back To Country di rappresentare la comunità aborigena Yuin e di testimoniare la necessità di un intervento sia a livello nazionale che europeo, hanno parlato in maniera molto chiara.

Nella nostra cultura, prendiamo solo ciò di cui abbiamo bisogno e lo facciamo in cerimonia. Non vogliamo vedere i canguri uccisi in massa dall'industria per la loro carne e la loro pelle. Stiamo portando con noi il ‘Buru' Message Stick (il bastone del messaggio del canguro), per invitare i politici europei ad ascoltare con il cuore, a sentire la storia del Paese e a capire come la mancanza di rispetto e la profanazione di un animale così importante stiano danneggiando la terra e la sua gente. Peter Hewitt Jerrinja-Yuin e Ricky Buchanan Gumbaynggirr

Mick McIntyre, regista documentarista e produttore cinematografico, testimone della mattanza dei canguri ha sottolineato alcuni aspetti cruciali.

C'è grande orgoglio nel ruolo dell'Australia nell'essere una delle voci più forti che si oppongono alla caccia alle balene; eppure, i canguri non godono di alcuna attenzione speciale da parte del governo australiano che, invece, promuove pesantemente la loro uccisione per l'esportazione di carne e pelli”. Mick McIntyre, Regista e documentarista

Simone Pavesi, Responsabile Moda Animal Free, ha spiegato le azioni compiute dalla nostra Associazione.

Con la campagna Salva Canguri avviata da LAV nel 2019 e parte di una campagna globale, abbiamo ottenuto importanti risultati con alcune aziende che, sensibilizzate, hanno subito dismesso le produzioni come: Diadora (per le scarpe da calcio), Prada, Versace, Ferragamo e prima ancora anche Gucci per calzature e accessori di lusso. In passato l'Italia è stato paese guida in Europa per il divieto all'import di pellicce di foca, oggi, con la proposta di legge C.961 (prima firmataria On. E. Evi) l'Italia ha la possibilità di intervenire per contrastare l'uccisione di oltre 1,5 milioni di canguri l'anno ed essere il primo Stato membro a farlo. Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free

LA CACCIA COMMERCIALE AI CANGURI: UN MASSACRO

Lo chiamano "harvest", ossia prelievo, e lo propongono come qualcosa di "sostenibile"; in realtà, la caccia commerciale dei canguri è un vero e proprio massacro, che interessa animali non malati o deboli, ma soggetti sani e forti. Avviene di notte, gli animali sono braccati da

cacciatori a bordo di pick-up e colpiti brutalmente: oltre 1,5 milioni di canguri adulti sono uccisi ogni anno per scopi commerciali, la maggior parte sono femmine con cuccioli, a loro volta vittime “collaterali”.

Una mattanza che ha anche ripercussioni sociali sulle popolazioni aborigene, le First Nations People, che vedono nei canguri un totem sacro e che ora sono a Roma per chiedere all'Italia di non essere più complice di questa barbarie.

A sostenere lo stop alla caccia al canguro (e quindi allo sfruttamento commerciale) sono circa 80 organizzazioni tra gruppi globali per i diritti degli animali, la conservazione delle specie, la veterinaria e il soccorso, tra cui noi di LAV per l'Italia, GAIA (ONG belga), World Animal Protection, IFAW, WIRES, Animals Australia, Voiceless, Animals Asia, Eurogroup for Animals, Vets for Compassion, l'Animal Welfare Institute e il professor Peter Singer (filosofo australiano e pioniere del movimento per i diritti degli animali). Insieme hanno firmato una Dichiarazione che chiede la fine dell'uccisione commerciale dei canguri a causa delle sue pratiche crudeli.

La mattanza di canguri che avviene ogni anno in Australia per vendere carne e pelli di questo bellissimo animale pesa soprattutto sulla coscienza del nostro Paese, in quanto siamo il primo importatore di questi prodotti macchiati di sangue, spesso innocente, considerati i tantissimi cuccioli di canguro che vengono sterminati nelle braccate notturne a colpi di fucile. Chi parla di filiera tracciata e sostenibile mente sapendo di mentire, come emerge dalle attività della commissione di inchiesta del Parlamento del Nuovo Galles del Sud che fa luce su questa pratica crudele. Cambiare è possibile, lo dimostrano le tante aziende italiane già impegnate a dismettere l'import di questi prodotti. Un divieto nazionale è ciò che serve per completare questo percorso, iniziato grazie al lavoro di instancabili associazioni come LAV, che dal 2019 si batte per ottenere questo risultato. Oggi la testimonianza di rappresentanti australiani della comunità aborigena Yuin deve far riflettere profondamente sul modo in cui trattiamo gli animali, ancora visti come merce ed oggetti invece di esseri senzienti che meritano rispetto. On. Eleonora Evi, Prima firmataria (PD)

Grazie alla proposta legislativa C.961 depositata dall'On. Eleonora Evi, l'Italia ha la possibilità di essere Paese guida in Europa nell'adozione di un provvedimento peraltro coerente anche con le recenti modifiche Costituzionali per cui l'iniziativa economica privata non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da arrecare danno all'ambiente (art.41 Cost). L'uccisione di milioni di animali selvatici per meri fini commerciali, è evidentemente una pratica in contrasto con il principio costituzionale di tutela dell'ambiente, della biodiversità e degli ecosistemi, anche nell'interesse delle future generazioni (art.9 Cost). Simone Pavesi, Responsabile LAV Area Moda Animal Free

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