Necessario seguire l'esempio dell'Olanda, dove l'intero importo di 12,5 milioni di euro verrà spostato verso alternative senza animali.
Una storia di libertà quella di Samantha, Stuart (nella foto), Saffa e Bullet, scimpanzè che hanno sopportato decenni di esperimenti invasivi presso un laboratorio di ricerca e ora vivono liberi in un santuario in Africa. La loro rinascita è un simbolo di speranza, ma deve essere anche un memento dell’orrore che quotidianamente accade dentro i laboratori di vivisezione per rafforzare la lotta culturale, scientifica e politica contro una falsa scienza che miete vittime umane e animali.
L'associazione [1] racconta come questi animali abbiano vissuto in condizioni di deprivazione dei diritti fondamentali sia fisici che psicologici. Basta ricordare che Stuart lanciava le feci contro i ricercatori per proteggere i suoi simili, che Bullet urlava scuotendo le sbarre della gabbia, che Samantha è stata privata della madre e chiusa in laboratorio che era ancora una cucciola, infine, che Saffa ha sopportato 100 biopsie epatiche.
Al di là delle doverose considerazioni etiche, è importante sottolineare come anche dal punto di vista scientifico l’uso dei primati sia obsoleto, inattendibile e fallimentare, come nel caso del virus dell’HIV sperimentato inutilmente per anni sugli scimpanzè. I farmaci contro l'AIDS sono stati infatti sviluppati grazie a studi condotti su colture di tessuti umani [2] Oggi, oltretutto, abbiamo a disposizione modelli human-based avanzati, come organi su chip, colture cellulari umane 3D, simulazioni computazionali e approcci integrati basati sull’intelligenza artificiale.
UN ESEMPIO POSITIVO VIENE DALL'OLANDA
Non stupisce,
quindi, la buona notizia che arriva dall’Olanda [3] dove è stato approvato l’emendamento che fin da subito vincolerà
sempre più fondi per ricerche innovative senza animali con una transizione
completa delle risorse impiegate per studi su primati entro il 2030. Si tratta
di un cambiamento importante che vedrà l'intero importo di 12,5 milioni di
euro spostato verso alternative senza animali.
Il supporto economico è fondamentale per il cambiamento scientifico, politico, legislativo e culturale che attendiamo da tempo e per il quale noi di LAV combattiamo da quasi 50 anni, purtroppo però i fondi vincolati per la ricerca animal-free in Italia attualmente ammontano a zero.