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Sospesa caccia in Sicilia: amministratori a rischio sanzioni per danno erariale

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 19 settembre 2018

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Il TAR di Palermo ha sospeso il calendario venatorio regionale perché affetto da numerose illegittimità.

I rilievi mossi dai Magistrati sono incentrati sulla violazione dei limiti scientifici imposti dal parere emesso dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), totalmente disattesi dagli amministratori senza alcuna motivazione. In assenza del supporto scientifico, il TAR rileva come l’Assessorato Regionale all’Agricoltura abbia quindi concesso la preapertura della stagione venatoria in violazione delle prescrizioni normative. Fatto che ha comportato l’uccisione illegittima di un numero imprecisato di animali che costituiscono “patrimonio indisponibile dello Stato”.

I Giudici del TAR ritengono perciò pienamente condivisibile l’ipotesi di un danno erariale, la cui responsabilità ricade sugli amministratori che hanno deliberato la caccia senza curarsi del rispetto della legge.

In Sicilia si potrebbe quindi aprire un caso analogo a quello che avevamo intentato contro la Provincia di Bolzano, conclusosi a giugno scorso con la condanna di due amministratori al pagamento di una somma pari a 1 milione di euro, per avere consentito la caccia in violazione della legge.