Home | Notizie | Test su animali? Risponde il Direttore di Cardiologia IEO

Test su animali? Risponde il Direttore di Cardiologia IEO

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

martedì 22 ottobre 2019

Condividi

Riceviamo e pubblichiamo questa nota del Dr Carlo Cipolla, Direttore Divisione Cardiologia Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), in risposta a un recente articolo (14 ottobre 2019) del quotidiano Il Giornale, a firma della giornalista Maria Sorbi, dal titolo “Bufale e animalisti: la ricerca è sotto assedio”, ispirato dalla protesta LAV per ottenere la revoca dell'autorizzazione al progetto Light up che coinvolge un gruppo di macachi e l'Università di Torino e Parma, pubblicato senza che sia stata finora offerta alla LAV la possibilità di un contraddittorio, per il quale rinnoviamo la nostra disponibilità.


Spettabile Il Giornale, 
in relazione al vostro recente articolo a firma di Maria Sorbi (“Bufale e animalisti: la ricerca è sotto assedio”, 14 ottobre 2019, pagg 18-19) evocato dalle iniziative di LAV contro l’ormai famoso protocollo di ricerca (Università Parma e Torino) utilizzante i macachi (cui sarebbe indotta, viene detto, parziale cecità), devo, purtroppo, notare una visione ed esposizione del problema esclusivamente monolaterale. Fermo restando che nel 20% dei casi l’utilizzo dell’animale in ricerca sperimentale rimane indispensabile (dato def Prof. Garattini, che, peraltro, non ho ritrovato in letteratura scientifica) non su questo vorrei discutere e dissentire. Desidero, peraltro, sulla base di 40 anni di esperienza come medico e ricercatore (15 anni al Centro Cardiologico Monzino e da 25 anni all’Istituto Europeo di Oncologia, entrambi IRCCS, cioè Istituti di Ricerca riconosciuti dal Ministero) segnalare tre evidenze: a) nei protocolli scientifici utilizzanti animali non vengono quasi mai riportati con chiarezza come essi vengono “manutenuti”, come vengono gestiti sofferenze e dolore, come vengono sacrificati (uccisi a fine studio); b) nei Comitati Etici sono per legge presenti un prete, un farmacista ed un’infermiera (figure dalle quali in sede di approvazione dei protocolli proposti non ho mai tratto, in decenni, alcuna utilità) ma non un veterinario (a mio giudizio indispensabile nella valutazione degli studi su animali); c) appare evidente nel vostro articolo che la lobby sanitaria (Università, Ospedali, Ricercatori, Industria Farmaceutica) si schiera ovviamente a difesa dei propri interessi (economici, di carriera, di potere), senza alcun contraddittorio. Nella mia carriera ho incontrato ricercatori sull’animale di apparente freddezza e cinismo con i quali il rapporto collaborativo interdisciplinare mi faceva intravedere un livello di sensibilità discutibile (esperienze personali: studi delle aritmie gravi e della morte improvvisa su cani e studi sui trapianti nel maiale). Anche per questo sono stato sempre grato al Professor Veronesi: ho potuto fare ricerca per 25 anni al suo fianco, ma allo IEO, su sua precisa indicazione, non c’è mai entrato uno stabulario o un animale da esperimento. Essere a favore dei metodi di ricerca senza uso di animali non significa affatto essere contro la scienza, bensì a suo favore! Essere prevenuti verso i test sostitutivi può essere penalizzante tanto per l’avanzamento scientifico quanto per i ricercatori italiani in termini di “competitività” internazionale. Un segnale importante, che dovrebbe farci riflettere, è giunto dall'Epa (United States Environmental Protection Agency, Agenzia USA) che ha annunciato di voler ridurre entro il 2025 i finanziamenti alla ricerca sugli animali al 30%, per poi abolirli del tutto entro il 2035, con vantaggi in termini di efficacia e di costi. Speriamo che l’Italia con i suoi ricercatori sappia cogliere questa “opportunità”.

Dr Carlo Cipolla, Direttore Divisione Cardiologia, Istituto Europeo di Oncologia. Past President International Cardioncology Society