Home | Notizie | Test su animali per i cosmetici: il Parlamento UE difenda divieto vigente

Test su animali per i cosmetici: il Parlamento UE difenda divieto vigente

Leggi l'articolo

Ultimo aggiornamento

mercoledì 25 novembre 2020

Condividi

I test animali per gli ingredienti utilizzati nella produzione dei cosmetici siano vietati dal Regolamento Europeo sui cosmetici sin dal 2013, eppure, l’Agenzia europea per le sostanze chimiche (ECHA) e la Commissione Europea hanno stabilito che potranno venire testati sugli animali qualora durante il processo di fabbricazione ci sia un’esposizione dei lavoratori a tali sostanze.

Questa decisione mina profondamente quanto voluto e approvato in Europa, da cittadini e istituzioni. Una scelta in totale controtendenza, visto che anche molti Paesi non europei, grazie all’esempio della norma comunitaria, hanno deciso o sono in procinto di bandire la vivisezione a fini cosmetici. 

Per questo, con le più importanti coalizioni animaliste come, Eurogroup for Animals, Cruelty Free Europe, European Coalition to End Animal Experiments-ECEAE (delle quali noi di LAV facciamo parte), oltre alla Human Society International e a Peta UK, abbiamo deciso di rivolgerci ai membri del Parlamento per chiedere che i divieti vigenti in UE sulla sperimentazione animale per fini cosmetici, e la commercializzazione di ingredienti testati sugli animali, siano pienamente osservati e attuati.

Inoltre, chiediamo che i requisiti normativi rispondano a un approccio specifico che garantisca ai consumatori, ai lavoratori e all'ambiente protezione e sicurezza, senza ulteriori test sugli animali, utilizzando solo metodi alternativi che non indeboliscano la protezione degli animali e, anzi, la rafforzino.

Ricordiamo che, fin da ora, è possibile fare un acquisto cruelty-free rivolgendosi alle aziende che hanno deciso di aderire allo standard internazionale - gestito in Italia da LAV - riconoscibile con il coniglietto “leaping bunny” e dalla scritta “LAV dalla parte degli animali”: l’unico disciplinare che garantisce l’eticità dell’intera filiera di produzione e delle singole materie prime.

 

Foto: (C) Cruelty Free International