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Torino, test su macachi e minacce: no alla violenza sì al confronto

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Ultimo aggiornamento

domenica 25 agosto 2019

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Trova spazio, sulla cronaca recente, un’intervista a Marco Tamietto, responsabile della ricerca che prevede l’utilizzo, l’intervento chirurgico invasivo e irreversibile e l’uccisione di 6 macachi sotto l’autorizzazione dell’Università di Torino.

Negli articoli apparsi su La Repubblica e il Corriere della Sera di Torino, il prof. Tamietto lamenta di aver ricevuto lettere minatorie: come già precisato più volte, LAV prende le distanze da ogni atto violento e minacce, come ha sempre fatto in oltre 40 anni di lavoro distinguendosi per un’associazione che ha cercato il dialogo, portato evidenze e cambiato leggi. Dipingere però a mezzo stampa gli animalisti come dei matti violenti è fare solo illazioni generaliste, scorrette e false.

Cogliamo, inoltre, l’occasione per ricordare che ogni esponente LAV riceve accuse, insulti (proprio di venerdì la definizione di “ritardati ecoterroristi” di una nota esponente dei pro-test che ha ricevuto critiche addirittura dall’Ordine Nazionale dei Biologi), derisioni e a volte anche percosse. Pur ritenendo questi fatti spiacevoli, non crediamo utile alimentare polemiche a mezzo stampa su aspetti secondari rispetto all’oggetto della nostra contestazione, ovvero il progetto di ricerca che prevede l’uso di un gruppo di macachi. Noi cerchiamo di portare fatti e argomentazioni concrete per fare informazione e avanzare le nostre istanze per un fine comune di una ricerca giusta, scientificamente affidabile e morale, senza anteporre le cause personali.

Inutile ribadire ancora, come si legge sul Corriere, che il progetto ha ricevuto le dovute autorizzazioni: questa giustificazione non è sufficiente e da mesi LAV, scienziati indipendenti e sigle che coinvolgono numerosi ricercatori, sottolineano la non utilità scientifica del progetto, oltre alla ovvie gravi implicazioni etiche, infatti i macachi coinvolti hanno subito viaggi transoceanici, training con ore e ore di immobilizzazione, privazioni fisiche e psicologiche per, poi, affrontare un intervento alla corteccia visiva e infine l’uccisione.

Assurdo e senza logica l’intervento della Senatrice a vita Cattaneo che addirittura ha chiesto alla Ministra della Salute Giulia Grillo «come è possibile che siano stati concessi alla LAV i protocolli sperimentali completi con l’indicazione dei nominativi dei ricercatori»: la Senatrice a vita che si è distinta, negativamente, durante la stesura della Legge che regolamenta l’uso degli animali a fini sperimentali, opponendosi all’implementazione dei metodi alternativi, avrebbe dovuto informarsi meglio sui fatti, infatti lo scopo, il nome del responsabile e l’utilizzo di macachi, è noto da quasi 2 anni grazie alle pubblicazioni stesse del dott. Tamietto. Tutti aspetti che per formazione e per il ruolo pubblico svolto in quanto Senatrice a vita, dovrebbero essere noti alla dott.ssa Cattaneo.

Abbiamo chiesto al prof. Tamietto un confronto pubblico per discutere del progetto. Continueremo a contestare il merito della ricerca e a contestare l’autorizzazione al progetto.  

L’esperimento infatti coinvolge la vita di esseri senzienti e di pazienti: è doveroso dare ai cittadini la possibilità di conoscere il progetto di ricerca che finanziano con le proprie tasse, senza distogliere l’attenzione dagli aspetti scientifici, etici ed economici oggetto della petizione #civediamoliberi, che ha raccolto il sostegno di 360.000 persone in poche settimane.

Michela Kuan
Biologa, responsabile LAV ricerca senza animali