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Tossine nei molluschi: Tribunale UE dice NO a vivisezione, SI test chimici

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 11 febbraio 2015

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Il Tribunale dell'Unione Europea respinge il ricorso della Spagna contro il nuovo metodo chimico (LC-MS/MS) per rilevare la presenza di tossine nei mitili in sostituzione di quello di rilevazione biologica che implicava l'uso di cavie vive per effettuare le analisi.

Le motivazioni che hanno portato a tale sentenza sono basate sulle considerazioni scientifiche dell’Efsa che affermano come “il metodo biologico presentava lacune e non era appropriato a causa della grande variabilità dei risultati, della sua insufficiente capacità di rilevazione e della sua specificità limitata", concetti che sono insiti nel modello animale che ancora una volta si dimostra inattendibile e fuorviante, come sostenuto anche dall’Autorità stessa che precisa "il mantenimento del metodo biologico avrebbe creato un rischio per la salute pubblica".

Questo risultato è frutto anche di una campagna sostenuta dalla coalizione europea Eurogroup for Animals, di cui la LAV è rappresentante per l’Italia, che da anni sottolinea alle Istituzioni internazionali la necessità di sostituire gli animali in questo metodo di rilevazione. Il vecchio saggio, infatti, prevedeva che a topi o ratti venisse iniettato nella cavità addominale il campione da testare valutando l’eventuale comparsa di diarrea e/o la morte entro le 24 ore dall’inizio del saggio. Il numero di animali impiegati è 3, nel caso due topi muoiano viene dichiarata la tossicità, ma nel caso muoia un solo animale i molluschi vengono considerati non pericolosi e messi in commercio: una tecnica a dir poco approssimativa che ben evidenzia l’assurdità del modello sperimentale animale.


Michela Kuan
Responsabile Settore Vivisezione