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Toxic Fur: dopo nostra indagine anche la Danimarca lancia allarme sul rischio tossicità capi in pelliccia

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 04 febbraio 2015

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L’associazione animalista danese “Anima” ha reso nota oggi una nuova indagine shock sulla correlazione tra pellicce e rischio tossicità per la salute dei bambini, che conferma quanto denunciato solo poche settimane fa dalla LAV con i risultati della sua indagine “Toxic Fur2” che, a un anno dalla precedente investigazione, confermava i rischi a cui sono esposti i consumatori che indossano capi con inserti in pelliccia animale.

“Denuncia che, a distanza di quasi due mesi, non ha ancora avuto risposta dal Ministero della Salute – dichiara Simone Pavesi Responsabile LAV Campagna Pellicce – E’ sconcertante che il Ministero non sia ancora intervenuto con provvedimenti a tutela del consumatore. I capi testati sono di fatto ancora disponibili sul mercato e ciò costituisce un possibile rischio per la salute dei cittadini, in questo caso, dei bambini”.

I test eco-tossicologici effettuati in Danimarca dall’associazione Anima su alcuni abiti per bambini (condotti dal laboratorio tedesco Intertek) hanno rilevato la presenza di sostanze tossiche e cancerogene provenienti dalle lavorazioni cui sono sottoposte le pellicce animali.
Si tratta di esiti analoghi a quelli  delle due indagini  “Toxic Fur”, la seconda delle quali, diffusa dalla LAV lo scorso 15 dicembre,  ha rilevato la presenza di sostanze tossiche e cancerogene in capi bimbo di D&G (36 mesi, Cromo esavalente ed elevati valori di Cromo trivalente), Blumarine Baby (36 mesi, Formaldeide ed elevati valori di Cromo trivalente), Woolrich (24 mesi, Formaldeide, elevati valori di Cromo trivalente e Nonilfenolo Etossilato).

“La produzione di pellicce implica spesso l’utilizzo di sostanze chimiche che sono classificate come tossiche e cancerogene. E’ inevitabile che sul prodotto finito, acquistato ed indossato, si possano trovare residui di queste sostanze in concentrazioni anche pericolose per la salute delle persone – commenta Pavesi – per questo motivo sollecitiamo il Ministero della Salute a fornire al più presto delle risposte certe per i consumatori”.

“Non acquistare e non indossare pellicce o prodotti con anche piccole componenti in pelliccia animale è l’unica soluzione per salvare se stessi, i propri figli e naturalmente i milioni di animali (oltre 80 milioni l’anno nel mondo) che sono appositamente allevati e uccisi per diventare pellicce” – conclude la LAV.

COMUNICATO INTEGRALE