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Avorio, un traffico senza fine. Ancora sequestri in Uganda

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 21 aprile 2021

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La scorsa settimana, in Uganda, un cittadino italiano sarebbe stato arrestato per possesso di avorio. La notizia, comparsa su alcune testate africane (Red Pepper, Shift Media News, The Bridge; Observer), finora non è stata ripresa in Italia. Non siamo in grado di confermare la notizia, e in ogni caso vige il principio di innocenza fino ad eventuale condanna definitiva, ma se i fatti riportati dalla stampa rispondessero a verità sarebbe un caso molto grave.

L’arresto sarebbe scattato a seguito di una perquisizione della sua abitazione, nell’ambito di un’indagine sul commercio di avorio che avrebbe portato al fermo anche di sua moglie, cittadina ugandese, e di un’altra persona.

Nel corso della perquisizione sarebbero stati recuperati 3,75 kg di pezzi d’avorio lavorati. Secondo The Bridge, l’italiano avrebbe dichiarato: “Non vendo avorio. Sono qui da più di 10 anni. Ho comprato queste cose da un venditore ambulante qui a Kampala”. Le accuse formulate a suo carico sarebbero di possesso illegale di esemplari di fauna selvatica protetta e di traffico illegale di esemplari di specie protette. Altri due chili e mezzo di avorio sarebbero stati sequestrati al cittadino ugandese fermato nel corso della stessa operazione. In totale oltre 5 chili e mezzo.

Gli esperti che hanno esaminato tutti i reperti sequestrati nel corso delle operazioni hanno dichiarato che mettendone le caratteristiche “in relazione con le caratteristiche note di un elefante e di un ippopotamo, era altamente probabile al 99,9% che gli esemplari fossero 56 pezzi di avorio di elefante lavorati e un dente incisivo di ippopotamo lavorato”.

Almeno due elefanti sono morti per ottenere gli esemplari come descritto sopra, considerando il fatto che un elefante ha un paio di zanne e c’erano due zanne complete lavorate e diverse a pezzi. Almeno un ippopotamo è morto per ottenere l’unico pezzo di dente incisivo lavorato trovato”, è quanto hanno precisato gli esperti.

Una scoperta significativa, quindi: almeno tre animali in via di estinzione uccisi. Specie elencate tra i “Big Ten Safari Animals”, ovvero le specie preferite dai turisti, attività fondamentale per l’economia locale; essendo animali di punta nel settore, la loro presenza stimola e contribuisce notevolmente a far aumentare il numero di turisti nel Paese.

Ciro Troiano
Criminologo, responsabile Osservatorio Zoomafia LAV

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