Incoraggia l'uso di materiali animali che, in quanto tali, non sono sostenibili.
Mentre la Settimana della Moda volgeva verso il momento più “sostenibile” della kermesse con l'assegnazione degli Sustainable Fashion Awards, il Ministero per le Imprese e il Made in Italy dava notizia della pubblicazione in Gazzetta Ufficiale del Decreto “Misure per la transizione verde e digitale nella moda” in attuazione della Legge 206/2023 “Made in Italy” e atteso da oltre 7 mesi.
Il Decreto per la transizione sostenibile nella moda è inefficace e fuorviante, perché innanzitutto non finanzia la ricerca e lo sviluppo di materiali sostenibili di nuova generazione nelle produzioni moda.
Finanzia invece le imprese affinché possano ottenere le certificazioni degli standard industriali che regolamentano le produzioni animali (dal Responsible Down Standard, all'Alpaca, il Mohair ecc.), come se l'acquisizione di tali “certificazioni” comportasse una maggiore “Sostenibilità” dell'impresa beneficiaria. Ciò in palese contrapposizione con le scelte che diversi brand moda hanno già assunto di dismettere in via definitiva l'approvvigionamento di alcuni materiali animali, come piume, angora o mohair, proprio perché considerati non sostenibili.
Il Decreto MIMIT stanzia ben 15 milioni di euro (5 milioni per il 2023, più altri 10 milioni per il 2024, in attuazione dell'art.11 “Misure per la transizione verde e digitale nella moda”, comma 2, L206/2023 “Made in Italy”), a favore di “imprese che intendono intraprendere percorsi di sviluppo atti a favorire la transizione ecologica e digitale del processo produttivo o dei prodotti o servizi offerti” (art.5 C1).
Si tratta di un aspetto assolutamente positivo e per la quale noi di LAV abbiamo avuto un incontro con il MIMIT e il Ministro Urso in persona proprio per condividere proposte a favore delle imprese italiane della filiera moda impegnate verso la produzione di “Next-Gen Materials”, materiali sostenibili di nuova generazione e animal-free.
I “percorsi di sviluppo” definiti e finanziati dal MIMIT includono, in positivo:
e in negativo:
Inoltre, tra i soggetti beneficiari non rientrano (come invece da noi proposto):
Nella foto: da sinistra Simone Pavesi - responsabile LAV Moda Animal Free, il Ministro Adolfo Urso e Gianluca Felicetti - Presidente LAV.