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Trent'anni senza Alex Langer, costruttore di ponti anche verso le altre specie

'"In questo triste anniversario, lo voglio ricordare come amico delle campagne LAV".

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Ultimo aggiornamento

giovedì 03 luglio 2025

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L'insostenibile peso lo portò a suicidarsi, nemmeno cinquantenne, nel pieno di una vita da seminatore di pace e della riconciliazione con la natura e la conversione ecologica ante litteram, in un'unica formula di giustizia sociale. Per leggere e conoscere Alex Langer, sudtirolese e altoatesino nello stesso tempo, cittadino del mondo, sono disponibili tanti scritti, video e il lavoro della Fondazione che porta il suo nome.

Ma in questo triste anniversario, lo voglio ricordare come amico delle campagne LAV contro il trasporto degli animali per l'allevamento e la macellazione, assieme alla comune amica Ester Valzolgher facemmo a Bolzano tanti anni fa una delle prime manifestazioni contro la sofferenza che all'epoca, prima della caduta del comunismo all'Est, passava tanto proprio dal vicino Brennero. Così come l'avversione alla caccia, anche quella al gallo cedrone così tanto amato, da morire, dai cacciatori di lingua tedesca di quelle sue vallate.

Lui, iniziatore della battaglia contro le "gabbie etniche", che dalle sue parti imponevano la dichiarazione di appartenenza al gruppo italiano, germanico o ladino, era - e sarebbe stato ancora di più negli anni se non avesse ceduto alla tentazione di lasciarci - anche contro le gabbie di ogni tipo, anche quelle per gli animali. E il grande nodo allo stomaco che ho ancora oggi è quanto sarebbe stato utile mente, come riporta questa cartolina che pubblico per la prima volta (i suoi whatsapp ante litteram) che mi lasciò sul tavolo di ufficio stampa della prima presentazione dei Verdi a una elezione nazionale, aprile 1987. La ferocia umana non la sopportava anche contro gli altri animali.

Gianluca Felicetti