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Ucciso l'orso M2, una taglia per i responsabili

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Ultimo aggiornamento

lunedì 30 settembre 2013

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Una sola pallottola per mettere fine alla vita di un giovane orso in provincia di Trento, una sola pallottola che lo ha colpito ad una zampa.

La morte è probabilmente arrivata come una liberazione, dopo una lunga agonia trascorsa zoppicando nei boschi della Val di Rabbi.

M2, questa la sigla che identificava l’orso, è l’ennesima vittima di quella “logica” venatoria per la quale altri orsi sono già stati uccisi, la stessa per la quale centinaia di migliaia di animali vengono uccisi ogni anno: se un animale crea un qualche disagio – vero o presunto –  alle attività umane, deve essere ucciso.

Per questo abbiamo chiesto delle indagini, anche in collaborazione con il Centro di Referenza Nazionale del Ministero della Salute per la Medicina Forense Veterinaria, istituzione di eccellenza in Italia nell’accertamento dei reati in danno agli animali.

In provincia di Trento, le forze politiche, con in testa la Lega Nord, spargono a piene mani dosi di insensato terrorismo fra la popolazione, a scopi puramente elettorali, con l’effetto di diffondere inutilmente preoccupazione e paure per ipotetici attacchi agli uomini, che mai sono stati registrati da quando, nel 1999, è stato avviato il progetto di reintroduzione dell’orso. 

Noi ci auguriamo che il Corpo Forestale possa individuare ed assicurare alla Giustizia in tempi rapidi il responsabile della feroce uccisione dell’orso M2  e mettiamo a disposizione 1.000 € per chiunque possa fornire informazioni utili ad individuare chi ha premuto il grilletto contro l’orso M2.

Gli orsi vengono regolarmente accusati di essere la causa di morte di alcuni animali d’allevamento, è importante però ricordare che la provincia di Trento mette a disposizione degli allevatori finanziamenti a fondo perduto per la costruzione di recinzioni anti-orso e per il risarcimento monetario degli animali eventualmente uccisi dall’orso.

Massimo Vitturi, responsabile LAV Caccia e fauna