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Ucraina: ricostruito il canile "Rifugio Italia", grazie anche al nostro aiuto

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Ultimo aggiornamento

martedì 16 febbraio 2016

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E’ trascorso quasi un anno dalla tragedia del 12 Aprile 2015, quando 70 cani furono bruciati vivi a causa dell'incendio doloso appiccato al "Rifugio Italia", struttura costruita con tante difficoltà e sacrifici dal fotografo animalista Andrea Cisternino, nei pressi di Kiev, in Ucraina.

La voglia di mollare tutto e di andarsene è stata molta, mi racconta Andrea, che assieme alla moglie è invece rimasto e ha iniziato a ricostruire tutto da capo. Sì perché il rifugio era un luogo dove i randagi, salvati da uccisioni di massa e maltrattamenti, avevano trovato una casa, lasciandosi alle spalle una vita di stenti e di paura.

“No, non si possono abbandonare a loro stessi, stiamo ricostruendo da zero – mi scrive Andrea - abbiamo costruito box nuovi con mattoni speciali e zone di sgambamento annesse, tre case per i volontari e un ospedale veterinario ancora da terminare, un edificio con cucina per i cani, mensa per i volontari, stalle per mucche, pecore e cavalli che stiamo salvando dai macelli, un pollaio con la sua aia e una casetta con giardino privato per Cica, cicogna di circa 9 mesi, caduta dal nido. Cica ha una casetta tutta sua dove vivrà fino a primavera, nonostante il rigido inverno, sta bene e sta iniziando a fare prove di volo. Quando verso Aprile intorno al Rifugio inizieranno ad arrivare le cicogne a nidificare, sarà aperto il tetto del giardino e sarà Cica a decidere che cosa fare”.

Ora tutti gli animali saranno più sicuri, con il sistema di videosorveglianza acquistato grazie a una donazione LAV che, appena appreso del rogo, aveva contattato Andrea per capire come poter essere meglio di aiuto.

Dal terribile rogo, Andrea e i volontari sono riusciti a salvare 24 cani: alcuni erano scappati nei prati circostanti ma poi piano piano sono tornati, tra loro anche una cagnolina, Irma, ferita a una zampa e Spirito che ha vissuto per 9 mesi fuori dalla recinzione, senza mai allontanarsi. Ogni giorno i volontari gli mettevano a disposizione cibo e acqua e così, anche se spaventatissimo, è rimasto vicino alle persone che lo avevano accudito.

Da dicembre i lavori sono fermi, la temperatura è ostile, - 25° non sono uno scherzo, ma con la primavera i lavori riprenderanno e altri animali, non solo cani, potranno essere accolti e accuditi.

Ilaria Innocenti
Responsabile Cani e Gatti LAV