Udine: bovini maltrattati, giudice non ammette la messa alla prova
All’udienza del 10 giugno 2025 il Giudice ha rigettato la richiesta della messa alla prova tentata dalla difesa dell’allevatore che, come da imputazione della Procura, con condotte reiterate ed omissive, maltrattava diversi bovini nella c.d. 'stalla degli orrori' in provincia di Udine.
Animali costretti a vivere tra i loro liquami, malnutriti e non curati ove feriti, in una stalla sporca e scarsamente illuminata. Questa la condizione di numerosi bovini, molti dei quali morti di stenti.
La messa alla prova (MAP) costituisce una modalità alternativa di definizione del processo in cui l'imputato, anziché affrontare il processo tradizionale, sceglie di aderire a un progetto di recupero sociale che può tradursi così anche in una semplice esecuzione di un servizio di pubblica utilità attraverso attività di volontariato gratuito.
Noi di LAV ci opponiamo sempre alla messa alla prova, perché questa modalità di estinzione del reato non dovrebbe essere prevista per i reati contro esseri viventi, il cui valore, in questo modo, viene svilito al pari di meri oggetti.
Nel caso in questione, sulla vicenda da sempre affrontata con la sede territoriale LAV Pordenone, ci siamo costituiti parte civile, opponendoci sin da subito con l’avv. Bosio alla messa alla prova e insistendo per il dibattimento.
Nell’udienza del 10 giugno 2025, il Giudice ha ritenuto impedito il vaglio preliminare di valutazione positiva e funzionalità al reinserimento della messa alla prova, ritenendo quindi la richiesta della difesa non accoglibile e, pertanto, rigettandola.
Il procedimento è stato rinviato al 17 giugno p.v per l’eventuale richiesta di riti alternativi da parte dell’imputato che, a fronte di tale rigetto, sarà processato.
Saremo presenti per ribadire l’importanza di interventi decisi nei confronti di persone che cagionano violenze agli animali.