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Udine: maltrattamento bovini stalla di Nogaredo, l'allevatore patteggia

Il processo si è concluso con una pena patteggiata di 4 mesi di reclusione, sospesa.

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Ultimo aggiornamento

mercoledì 18 giugno 2025

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Siamo stati presenti anche in questa udienza

Nell’udienza del 10 giugno scorso il giudice aveva rigettato la richiesta della messa alla prova, rinviando all’udienza successiva per la richiesta di riti alternativi.

All’udienza successiva, del 17 giugno, funzionale alla richiesta di riti alternativi da parte dell’imputato, la difesa ha chiesto il patteggiamento.

Noi di LAV, costituiti parte civile, come sempre, siamo stati presenti anche in questa udienza, per ribadire l’importanza di interventi decisi nei confronti di persone che cagionano violenze agli animali.

Nella vicenda giudiziaria, prima il rigetto del giudice della messa alla prova e poi il patteggiamento dell’allevatore sono importanti segnali della direzione in cui si vuole andarechi commette crimini verso gli animali deve andare a processo ed essere condannato.

Il processo si è concluso con una pena patteggiata di 4 mesi di reclusione, pena sospesa.

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giovedì 12 giugno 2025

Udine: bovini maltrattati, giudice non ammette la messa alla prova

All’udienza del 10 giugno 2025 il Giudice ha rigettato la richiesta della messa alla prova tentata dalla difesa dell’allevatore che, come da imputazione della Procura, con condotte reiterate ed omissive, maltrattava diversi bovini nella c.d. 'stalla degli orrori' in provincia di Udine. 

Animali costretti a vivere tra i loro liquami, malnutriti e non curati ove feriti, in una stalla sporca e scarsamente illuminata. Questa la condizione di numerosi bovini, molti dei quali morti di stenti.

La messa alla prova (MAP) costituisce una modalità alternativa di definizione del processo in cui l'imputato, anziché affrontare il processo tradizionale, sceglie di aderire a un progetto di recupero sociale che può tradursi così anche in una semplice esecuzione di un servizio di pubblica utilità attraverso attività di volontariato gratuito. 

Noi di LAV ci opponiamo sempre alla messa alla prova, perché questa modalità di estinzione del reato non dovrebbe essere prevista per i reati contro esseri viventi, il cui valore, in questo modo, viene svilito al pari di meri oggetti.

Nel caso in questione, sulla vicenda da sempre affrontata con la sede territoriale LAV Pordenone, ci siamo costituiti parte civile, opponendoci sin da subito con l’avv. Bosio alla messa alla prova e insistendo per il dibattimento.

Nell’udienza del 10 giugno 2025, il Giudice ha ritenuto impedito il vaglio preliminare di valutazione positiva e funzionalità al reinserimento della messa alla prova, ritenendo quindi la richiesta della difesa non accoglibile e, pertanto, rigettandola.

Il procedimento è stato rinviato al 17 giugno p.v per l’eventuale richiesta di riti alternativi da parte dell’imputato che, a fronte di tale rigetto, sarà processato.

Saremo presenti per ribadire l’importanza di interventi decisi nei confronti di persone che cagionano violenze agli animali.

 


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sabato 12 ottobre 2024

Udine: bovini maltrattati, la 'messa alla prova' è una pena ridicola

Animali costretti a vivere tra i loro liquami, malnutriti e non curati ove feriti, in una stalla sporca e scarsamente illuminata. Questa la condizione di numerosi bovini, molti dei quali morti di stenti, trovati così in una stalla in provincia di Udine.

Maltrattati a lungo da un allevatore di zona, con condotte reiterate ed omissive, secondo il capo di imputazione formulato dalla Procura di Udine. Le condizioni igienico sanitarie del posto in cui teneva gli animali erano inesistenti e le bovine presentavano importanti infiammazioni mammarie, mai curate, con evidenti segni di sofferenza.  

Grazie all’attività territoriale di LAV Pordenone e all’assistenza legale dell’Avv. Maddalena Bosio del Foro di Udine, ci siamo costituiti parte civile nel processo a carico dell’imputato.

Ma nella prima udienza del 4 ottobre, il giudice ha ammesso l’imputato alla messa alla prova, come richiesto dalla difesa dello stesso e ha rinviato all’udienza del 14 gennaio prossimo per l'esame del relativo programma, con l’intenzione di offrire un'opera di volontariato a contatto con gli animali. 

La messa alla prova costituisce un procedimento giudiziale in cui l'imputato, anziché affrontare il processo tradizionale, sceglie di aderire a un progetto di recupero sociale che può tradursi così anche in una semplice esecuzione di un servizio di pubblica utilità attraverso attività di volontariato gratuito. 

La messa alla prova come modalità di estinzione del reato non dovrebbe essere prevista per i reati contro esseri viventi, il cui valore, in questo modo, viene svilito al pari di meri oggetti.

Noi  di LAV che ci siamo occupati sin dal principio del caso, ci opponiamo fermamente: l’ammissione della messa alla prova determina una pena ridicola per chi ha commesso atti crudeli, perpetrati nel tempo, nei confronti di più animali. 

È necessario un intervento deciso nei confronti di persone che cagionano violenze agli animali, per questo motivo è importante continuare a chiedere con forza l’approvazione di una nuova normativa con pene certe e più severe per chi uccide e maltratta gli animali. 

Chiediamo alla Commissione Giustizia della Camera dei Deputati l'approvazione delle proposte di Legge per inasprire le pene e rendere più efficaci le norme per perseguire i reati contro gli animali, approvazione dovuta anche in attuazione dell’articolo 9 della Costituzione.


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