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Replichiamo a consigliere veneto da noi denunciato per minacce via social

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Ultimo aggiornamento

lunedì 09 marzo 2020

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Nonostante sia consigliere regionale del Veneto, Stefano Valdegamberi non sembra proprio riuscire a indossare l’abito istituzionale.

Il prossimo 6 aprile, presso il Tribunale di Roma, si dovrebbe tenere (anche se vi è il rischio di un rinvio, considerato lo stop di tutte le udienze pubbliche, previsto fino al 22 marzo a causa dell’emergenza da Covid-19 n.d.r) l’udienza che deciderà se aprire o meno il procedimento intentato dalla LAV contro il consigliere, dopo che questi ci aveva minacciato, pubblicando la foto di un lupo ucciso e commentandola con un intimidatorio “Il prossimo che troverete in foto sarà uno della LAV”. Una convocazione che, tra le altre cose, smentisce il consigliere, che tempo fa aveva pubblicamente dato notizia dell’archiviazione del procedimento.

Una perdita di tempo andare fino a Roma “per una banalità del genere, specie in un momento così difficile per il nostro Paese”, secondo il consigliere, che, intervenendo sulle pagine del quotidiano L’Arena, fa riferimento all’emergenza sanitaria in corso, ignorando probabilmente che LAV prende particolarmente sul serio non solo la Giustizia penale italiana, ma anche la salute dei nostri concittadini, finanziando da anni innovativi progetti di ricerca senza animali, presso importanti Università e Centri di ricerca italiani.

Alla notizia dell’udienza, non accontentandosi dell’ironia e delle minacce, Valdegamberi ha ritenuto necessario pronunciarsi anche sul 5xMille che i sostenitori della LAV hanno destinato all’associazione animalista. Valdegamberi chiede allo Stato di trattenerli per sé “Visto che questi signori si fanno difendere nei processi grazie ai soldi che raccolgono tra i propri simpatizzanti con il 5 per mille”, evidentemente preoccupato che possano essere riconosciute le sue gravi responsabilità nella vicenda.

Il ruolo pubblico di Valdegamberi appare del tutto inappropriato anche a queste nuove esternazioni, in particolare quando questi taccia l’operato della LAV in materia di tutela dei lupi, affermando che l’associazione “rincorre le ideologie”, forse ignorando, nonostante ricopra una carica istituzionale, che la protezione del lupo è imposta dalle Direttive Europee e dalle norme nazionali.

La necessità di risparmiare denaro pubblico è un’esigenza primaria anche per le amministrazioni regionali, non solo per lo Stato: alle prossime elezioni regionali i cittadini veneti avranno l’opportunità di escludere dal loro Consiglio Regionale un esponente che sembra dimostrare non solo una grave ignoranza delle Leggi dello Stato, scambiandole per “ideologie”, ma si è anche reso responsabile di quelli che riteniamo comportamenti gravemente offensivi nei confronti di quei cittadini che nella LAV e nelle associazioni ambientaliste e animaliste si riconoscono, al punto da devolvere loro, riconosciute per Legge Organizzazioni non lucrative e di utilità sociale,  il proprio 5XMille.

Massimo Vitturi
Responsabile LAV Animali Selvatici